Borsa Tokyo in calo dello 0,58% su paura reflazione Usa. Boom Taiex, +3% con news Taiwan Semiconductor Manufacturing
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in calo dello 0,58% a 30.292,19 punti. Il listino rimane sopra quota 30.000, soglia psicologica che ha riagguantato nella sessione di lunedì scorso per la prima volta dall’agosto del 1990.
Boom della borsa di Taiwan, con l’indice Taiex volato di oltre +3%, sulla scia dei buy che hanno interessato alcuni titoli come Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, avanzata del 5% circa.
Le quotazioni sono balzate sulla scia della notizia secondo cui il colosso produttore TSMC avrebbe incrementato la propria forza di lavoro di 1.000 dipendenti, nelle sue linee di produzione, a causa dell’esplosione degli ordinativi.
La borsa di Shanghai è rimasta ancora chiusa per i festeggiamenti del Capodanno lunare; bene Hong Kong, balzata di oltre +1%; Sidney -0,46%, Seoul -0,97%.
Il sentiment degli investitori, a livello globale, è stato scosso dal balzo dei tassi sui Treasuries Usa, con quelli decennali che ieri sono saliti fino a oltre l’1,3%, al record dal febbraio del 2020, alimentando e confermando i timori di una reflazione negli Stati Uniti.
Notizie positive dal fronte macroeconomico del Giappone: nel mese di gennaio, le esportazioni del paese hanno accelerato il passo, grazie soprattutto al balzo della domanda cinese.
L’export è balzato del 6,4% su base annua, praticamente in linea con il rialzo del 6,6% stimato dagli analisti intervistati da Reuters, e dopo la crescita del 2% di dicembre. Boom delle esportazioni verso la Cina, primo partner commerciale del Giappone, volate del 37,5%, al ritmo più forte dall’aprile del 2010. Le importazioni giapponesi sono scese invece del 9,5% a gennaio, peggio della flessione del 6% attesa. I dati hanno portato la bilancia commerciale del Giappone a un deficit di 323,9 miliardi di yen (l’equivalente di $3,05 miliardi).
Indicazioni contrastate sono emerse da altri dati, in merito alla fiducia delle imprese.
Dal sondaggio realizzato da Reuters-Tankan è emerso che, per la prima volta dal 2019, il sentiment delle aziende manifatturiere del Giappone è tornato positivo, a conferma della ripresa graduale dell’economia (e della fiducia) dalla forte crisi scatenata dal Covid.
In particolare, l’indice che misura la fiducia delle imprese giapponesi del settore manifatturiero è salito a 3 punti rispetto ai -1 di gennaio. L’indice che misura la fiducia delle imprese non manifatturiere è lievemente migliorato, rimanendo tuttavia negativo, a -7 punti, dai -11 di gennaio.
Dall’altro dato relativo agli ordini ai macchinari core del Giappone di dicembre, è risultato tuttavia che le aziende manifatturiere giapponesi hanno detto di prevedere un calo degli ordini core dell’8,5% nel periodo gennaio-marzo, rispetto al balzo del 16,8% del trimestre precedente.
La fiducia delle imprese potrebbe dunque fare dietrofront, anche in vista del rallentamento del Pil del Giappone atteso per i primi tre mesi dell’anno.
Guardando all’indicatore, nel mese di dicembre gli ordini ai macchinari core del Giappone – considerati un anticipatore del trend delle spese in conto capitale delle aziende nei sei-nove mesi successivi -, sono saliti del 5,2% su base mensile, facendo molto meglio della flessione del 6,2% attesa, e del +1,5% del mese precedente. Su base annua, il dato è balzato dell’11,8%.