Borsa Tokyo -1,7% tra yen a minimi in quasi 20 anni sul dollaro e tensioni Usa-Cina
Borse asiatiche contrastate: molto male la borsa di Tokyo, che vede l’indice Nikkei 225 scendere dell’1,71%. La borsa di Shanghai avanza dello 0,84%, Hong Kong +0,25%, Sidney -0,59%, Seoul -0,92%.
Focus sul forte deprezzamento dello yen, che si avvicina ai minimi degli ultimi 20 anni nei confronti del dollaro. Il cambio USD-JPY oscilla al di sopra di quota 125, dopo che, all’inizio di marzo, viaggiava attorno a 115.
“Considerato quello che abbiamo visto fino a oggi…con il dollaro-yen salito da 115 a 125, si tratta di un aumento molto sostenuto, avvenuto in un arco di tempo molto limitato”, ha commentato Chang Wei Liang, strategist del forex e del credito presso DBS Bank, in un’intervista rilasciata alla Cnbc.
Ieri sessione negativa per Wall Street, con il Dow Jones Industrial Average che è sceso di 413,04 punti a 34.308,08, lo S&P 500 che ha ceduto l’1,69% a 4.412,53 e il Nasdaq Composite scivolato del 2,18% a 13.411,96.
Grande attesa oggi per il dato sull’inflazione Usa misurata dall’indice dei prezzi al consumo di marzo.
La Casa Bianca ha avvertito di prevedere che il dato mostrerà una inflazione “straordinariamente elevata”. Gli economisti intervistati da Dow Jones prevedono un dato in crescita dell’8,4% su base annua, al record dal dicembre del 1981.
L’azionario sconta anche le tensioni Usa-Cina sul Covid, con il dipartimento di Stato americano che ha ordinato a tutti i funzionari governativi degli Stati Uniti presenti a Shanghai per ragioni non legate all’emergenza di lasciare la città, a causa dell’aumento dei casi di Covid, consigliando al contempo ai cittadini Usa di riconsiderare eventuali viaggi in Cina.
“Riconsiderate l’ipotesi di fare viaggi nella Repubblica Popolare della Cina, a causa delle regole arbitrarie locali e per le restrizioni legate al Covid-19 – si legge nella nota del dipartimento di Stato Usa – Non fate viaggi nella Regione amministrativa speciale di Hong Kong della Repubblica popolare della Cina, nella provincia di Jilin, nella città di Shanghai, a causa delle restrizioni legate al Covid, che includono il rischio che i genitori vengano separati dai figli”, si legge ancora.
Di certo, il caso Covid non è d’aiuto alle relazioni tra l’amministrazione di Joe Biden e quella cinese di Xi Jinping, proprio in un momento in cui l’Occidente chiede a gran voce alla Cina di prendere una posizione più dura nei confronti della Russia di Vladimir Putin, a causa dell’invasione dell’Ucraina.