Borsa Tokyo -0,39%. Hong Kong -1,7% paga rabbia Trump: raffica di sell su Tencent e titoli hi-tech. Oro a nuovo record
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in ribasso dello 0,39% a 22.329,94 punti. Lo Shanghai Composite cede lo 0,70%; Hong Kong fa -1,74%, Sidney -0,62%.
L’azionario globale continua a pagare le tensioni tra Usa e Cina, intensificate nelle ultime ore dalla decisione del presidente americano Donald Trump di firmare ordini esecutivi che impediscono transazioni americane con le società tecnologiche cinesi Tencent e Bytedance, a cui fanno capo rispettivamente l’APP di messaggistica WeChat e l’APP di condivisione video TikTok.
Il divieto diventerà operativo tra 45 giorni.
Immediata la reazione del titolo Tencent, che ha segnato un tonfo alla borsa di Hong Kong fino -7% per poi ridurre le perdite a -4% circa.
A soffrire, in generale, il sottoindice tecnologico della borsa di Hong Kong, ovvero l’Hang Seng Tech index – che include le 30 principali società hi-tech scambiate a Hong Kong – in calo di oltre -3%.
Sell anche sull’indice conosciuto anche come il Nasdaq cinese, ovvero Chinext, scivolato di oltre -2,8%. D’altronde, le vendite non hanno risparmiato altri grandi titani cinesi, come Semiconductor Manufacturing International Corporation, che a Hong Kong è capitolata di oltre -8%; giù anche le quotazioni del produttore di smartphone cinese Xiaomi (-3,77%) e della società di infrastrutture per tlc ZTE (-3,6%). Anche Alibaba non è stata risparmiata dalle vendite, cedendo a Hong Kong il 3,77%.
Tra le borse asiatiche positive, una eccezione è stata la borsa di Seoul, in rialzo dello 0,37%. Spicca il balzo di Korean Airlines, scattata di oltre il 7% dopo che la compagnia aerea, a dispetto delle pesanti ripercussioni che la pandemia da coronavirus ha avuto sull’intero settore globale, è riuscita a riportare nel secondo trimestre un utile netto, beneficiando del forte traffico di merci.
A Tokyo, riflettori puntati su Nintendo, salita di oltre +4% dopo che la società di videogiochi ha riportato alla vigilia un balzo dei profitti di ben +428%, grazie al boom dei suoi prodotti durante la fase di lockdown, resa necessaria per frenare i contagi COVID-19.
Tutto il mondo attende oggi la pubblicazione del report occupazionale di luglio che, secondo gli analisti di Dow Jones, dovrebbe indicare un aumento dei posti di lavoro di 1,48 milioni, in forte ribasso rispetto alla crescita di 4,8 milioni di nuovi posti di lavoro del mese di giugno.
L’euro oggi ritraccia dello 0,27%, rimanendo comunque al di sopra degli $1,18, a $1,1844; lo US Dollar continua a oscillare tuttavia al minimo degli ultimi due anni, pagando tra le altre cose il continuo calo dei rendimenti dei Treasuries: quelli a 10 anni sono scesi fino allo 0,5198%, mentre quelli a 30 anni all’1,1776%.
L’oro vola a nuovi record, superando anche la soglia di $2.070, con i futures sul metallo prezioso scambiati sul Comex balzati nelle ultime ore fino a $2.078,70 e il contratto spot volato fino a $2.072,50, in crescita dall’inizio della settimana del 4,7%.
Dal fronte macro asiatico, focus sulla bilancia commerciale cinese.
Nel mese di luglio, le esportazioni della Cina denominate in dollari sono salite del 7,2% su base annua, molto meglio della flessione dello 0,2% attesa dagli economisti intervistati da Reuters. Le importazioni sono scese invece dell’1,4%, su base annua, rispetto alla crescita +1% stimata.
Il risultato è stato un surplus commerciale salito a $62,33 miliardi, molto meglio dei $42 miliardi attesi, e in miglioramento rispetto ai $46,42 miliardi di giugno.
Nonostante la pandemia del coronavirus abbia affossato la domanda globale, le esportazioni cinesi hanno beneficiato della richiesta di attrezzature e dispositivi medici, che ha caratterizzato il primo semestre dell’anno, proseguendo anche a luglio.
Il dato sulla bilancia commerciale è stato diffuso dalle autorità doganali del paese.
In Giappone reso noto il dato relativo alle spese delle famiglie giapponesi, che a giugno sono scese dell’1,2% su base annua, molto meglio del tonfo del 7,8% atteso dal consensus.
Su base mensile, il dato ha segnato un rialzo del 13%, battendo l’outlook di una crescita pari a +7,5%. Il balzo si spiega con gli acquisti che le famiglie del Giappone sono tornati a fare con la riapertura dell’economia post COVID-19.