Borsa Shanghai +1% dopo Pil Cina, borsa Tokyo sconta rumor taglio stime crescita da Bank of Japan
Borse asiatiche contrastate dopo la pubblicazione del Pil della Cina del secondo trimestre. L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso, lasciando sul terreno l’1,15%, a 28.279,09 punti; molto bene la borsa di Shanghai, in rialzo dell’1% circa, così come Hong Kong; la borsa di Sidney ha perso lo 0,26%, Seoul ha guadagnato lo 0,62%.
Il prodotto interno lordo della Cina relativo al secondo trimestre dell’anno è cresciuto del 7,9% su base annua, lievemente al di sotto dell’espansione dell’8,1% prevista dagli analisti intervistati da Reuters. Rispetto al primo trimestre del 2021, la crescita del Pil è stata pari a +1,3%, oltre il +1,2% stimato e il +0,6% del rialzo riportato nel primo trimestre, rispetto al quarto trimestre del 2020.
Diffusa dalla Cina una lunga carrellata di dati macro, relativi al mese di giugno: il dato relativo alle vendite al dettaglio è balzato del 12,1% su base annua, più del rialzo dell’11% atteso dagli analisti intervistati da Reuters; la produzione industriale è salita dell’8,3% su base annua, meglio del +7,9% atteso ma in lieve rallentamento rispetto al +8,8% precedente; il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 5%, mentre la disoccupazione giovanile – che si riferisce ai giovani senza lavoro di età compresa tra i 16 e i 24 anni – è balzata al 15,4%, allo stesso livello in cui si trovava nel giugno del 2020. Dall’inizio dell’anno, inoltre, gli investimenti in asset fissi della Cina, esclusi quelli effettuati nel settore rurale, sono saliti del 12,6% su base annua. Il dato è stato migliore del +12,1% atteso ma ha allentato il passo rispetto al precedente balzo del 15,4%.
Occhio anche al tasso di disoccupazione dell’Australia che, nel mese di giugno, è sceso dal 5,1% di maggio al 4,9%, a un livello inferiore rispetto al 5% atteso dagli analisti.
La borsa di Tokyo ha scontato alcuni rumor, secondo cui la Bank of Japan taglierà l’outlook sulla crescita del Pil dell’anno fiscale in corso, a causa delle conseguenze che il nuovo stato di emergenza imposto per l’aumento delle infezioni da Covid-19 avrà sull’economia del paese.
La riunione della BoJ è prevista per la giornata di domani, venerdì 16 luglio.
Ieri Wall Street ha chiuso positiva, grazie ai toni dovish del presidente della Fed Jerome Powell che, in audizione al Congresso, ha ribadito che “continuiamo a prevedere che sarà appropriato mantenere l’attuale range del target sui tassi, fino a quando le condizioni del mercato del lavoro non avranno raggiunto livelli coerenti con il giudizio della Commissione riguardo a quella che è l’occupazione massima, e fino a quando l’inflazione non sarà salita al 2% e non avrà superato in via moderata il 2% per un po’ di tempo”.
Per quanto il miglioramento del tasso di crescita Usa con la riapertura dell’economia sia innegabile, Powell ha fatto notare che il mercato del lavoro ha ancora molta strada da fare, lasciando intendere così l’intenzione della Fed di continuare a sostenere l’economia con la sua politica monetaria accomodante.
Le parole hanno dissipato il taper tantrum, anche se la sessione a Wall Street è stata contrastata: lo S&P 500 è salito dello 0,12% a 4.374,30 punti, mentre il Dow Jones Industrial Average ha guadagnato 44,44 punti a 34.933,23 punti. Il Nasdaq Composite ha invece ritracciato, cedendo lo 0,22% a 14.644,95 punti.