Borsa Mosca -3,6% in secondo giorno trading post stop guerra. Pil Russia verso tonfo storico
Nel suo secondo giorno di trading successivo alla sospensione scattata con l’inizio della guerra in Ucraina, l’indice MOEX della borsa di Mosca ha fatto subito dietrofront, perdendo il 3,66% a quota 2.484,13 punti.
Ieri l’indice aveva chiuso in territorio positivo, avanzando del 4,4%, comunque ritracciando dai forti guadagni di inizio seduta, quando era salito di oltre il 10%.
Ad alimentare i buy le mosse della banca centrale russa guidata da Elvira Nabiullina, che ha deciso di far ripartire il trading sui titoli azionari russi nella sessione di ieri, giovedì 24 marzo, dopo uno stop durato un mese circa, vietando tuttavia le vendite allo scoperto e impedendo anche agli investitori stranieri di smobilizzare le azioni. Quest’ultima misura, decisa alla fine di febbraio, proseguirà fino al prossimo 1° aprile.
C’è da dire inoltre che il Moscow Exchange ha stabilito la riapertura degli scambi di 33 dei 50 titoli complessivi quotati sull’indice MOEX.
Nella giornata di oggi, hanno prevalso le vendite sul gigante del gas Gazprom, sul produttore petrolifero Lukoil e sulla banca Sberbank. Bene invece PhosAgro.
Intanto Benjamin Hilgenstock e Elina Ribakova, economisti dell’IIF (Institute of International Finance), hanno commentato in una nota riportata da Bloomberg di prevedere per il Pil della Russia una contrazione del 15% nel 2022, e del 3% nel 2023, a causa della decisione di Vladimir Putin di invadere l’Ucraina, inimicandosi così il mondo intero.
Gli economisti hanno diramato un outlook preliminare sull’impatto della guerra; le previsioni potrebbero dunque anche peggiorare, nel caso di ulteriori sanzioni.
Ciò che è chiaro è che se il Pil si contraesse al ritmo stimato, il suo valore piomberebbe a quello di 15 anni fa.
“L’effetto negativo sulle prospettive di medio lungo termine potrebbe essere anche più importante”, hanno avvertito i due esperti dell’IIF.