Boom inflazione Usa, ma Wall Street e i Treasuries credono nella Fed di Powell
Futures sugli indici azionari americani poco mossi, dopo la chiusura positiva di Wall Street, che ha visto lo S&P 500 salire a un nuovo record.
Il sentiment ha retto, nonostante la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo Usa, fondamentale termometro dell’inflazione, abbia messo in evidenza a maggio una impennata pari a +5% su base annua, oltre le stime, e al nuovo massimo dal 2008.
Boom anche per la componente core, schizzata del 3,8% su base annua, al record in quasi 30 anni.
I mercati non hanno tuttavia scontato eccessivamente il dato, dando fiducia alla Fed di Jerome Powell, secondo cui la natura del rialzo delle pressioni inflazionistiche sarebbe transitoria.
La paura di un tapering del Quantitative easing da parte della Banca centrale americana non ha dunque fatto da padrona. Ieri il Dow Jones ha chiuso in rialzo di 19 punti (+0,06%), a 34.466,24 punti; lo S&P 500 è avanzato dello 0,47% a 4.239,18 punti, mentre il Nasdaq Composite ha terminato la sessione con un rialzo dello 0,78% at 14.020,33 punti.
I futures sul Dow Jones sono piatti, con una variazione pari a +0,02% a 34.361 punti; i futures sullo S&P 500 sono ingessati anch’essi, con un rialzo pari ad appena +0,04% a 4.230 punti; idem i futures sul Nasdaq, +0,09% a 13.963 punti.
A dimostrazione di come i mercati Usa non scontino un boom permamente dell’inflazione e un surriscaldamento dell’economia è anche il trend dei tassi sui Treasuries, con quelli decennali che scendono all’1,443%.