Bitcoin: Cina caccia più della metà dei miners del mondo, scatenando l’esodo verso il Texas
La Cina ha deciso di cacciare tutti i miners del Bitcoin che operano nel paese, dando il via a quella che nel cripto-universo è stata già battezzata “la grande migrazione del mining” dalla Cina verso il Texas.
Già nel mese di maggio, il governo di Pechino aveva annunciato un giro di vite sul mining e sul trading della criptovaluta numero uno al mondo.
L’esodo è già in atto e, come scrive un articolo della Cnbc, potrebbe trasformare il Texas nella nuova casa dei miners. Fino a poco fa, la Cina aveva ospitato più della metà dei miners del Bitcoin.
Nonostante i ripetuti blackout che lo hanno colpito durante l’inverno, a causa della scarsità delle riserve energetiche, il Texas presenta prezzi energetici tra i più bassi al mondo: lo stato sta puntando inoltre sulle energie rinnovabili, tanto che la sua quota nel mercato è in costante crescita: già nel 2019 il 20% dell’elettricità era di origine eolica.
Il Texas dispone inoltre di un mercato deregolamentato che permette ai clienti di scegliere i fornitori di elettricità e, fattore ancora più cruciale, i leader texani hanno un atteggiamento molto indulgente nei confronti dei fan del mondo cripto.