Banche e sospensione dividendi, la proposta per prorogare lo stop. L’opinione degli analisti
La sospensione dei dividendi bancari potrebbe essere prorogata?
Nella loro nota odierna gli analisti di Banca IMI citano un report del Sole 24 Ore, da cui emerge che alcuni esponenti dei Verdi e di Sinistra Unitaria Europea (Gue/Ngl) hanno proposto un emendamento al CRR (Capital Requirements Regulation, ovvero la normativa per le richieste di capitali) per estendere il congelamento delle cedole fino all’anno prossimo.
Se approvata, la proposta azzererebbe le cedole dei bond AT1 e i dividendi delle azioni, insieme alle operazioni di buyback, fino all’ottobre del 2021. Il quotidiano di Confindustria riporta comunque che, secondo la stessa fonte, molti partiti sono comunque contrari a questo emendamento. Di conseguenza, è improbabile che venga approvato.
Così si legge nel Sole 24 Ore:
“Di certo sta facendo discutere la mossa avanzata da alcuni europarlamentari dei Verdi e di Sinistra Unitaria Europea (Gue/Ngl) di estendere al 2021 il divieto alle banche di distribuire cedole sugli At1 e dividendi. La novità è emersa nei giorni scorsi in forma di emendamento al regolamento Crr, testo che è in corso di modifica in queste settimane al Parlamento Ue. La proposta di modifica recita infatti che «al fine di rafforzare la resilienza del settore finanziario e rafforzare la sua capacità di prestare all’economia reale nell’attuale situazione di crisi, gli enti creditizi sospenderanno qualsiasi tipo di distribuzione fino all’ottobre 2021». Fino a tale data, prosegue la proposta evidenziata anche dagli analisti di Bofa,«gli enti creditizi sospenderanno anche i riacquisti di azioni e pagamenti eccessivi di bonus»”.
Banca IMI commenta le indiscrezioni facendo notare che le assemblee degli azionisti di Banca Generali e Banca Mediolanum hanno già approvato la distribuzione dei dividendi del 2019 a partire dall’ottobre del 2020, mentre Finecobank (che ha anche strumenti AT1) dovrebbe programmare un nuovo meeting.
“Per tutti e tre (i gruppi), l’assenza di cambiamenti nella regolamentazione è tra le condizioni per la distribuzione. Tuttavia, notiamo che 1) tutti i player su menzionati disponevano di una posizione solida di capitale alla fine di marzo (CET1 al 14,1% per Banca Generali; 18,8% per Banca Mediolanum; 19,3% per Finecobank); 2) (i gruppi hanno modelli di business completamente diversi da quello dei player tradizionali, con un’ esposizione molto limitata verso il rischio sul credito”.