BP torna in profitto ma l’intero settore oil è in affanno
BP torna al profitto con l’utile netto rettificato del terzo trimestre pari a 86 milioni di dollari. Le perdite dichiarate per il trimestre sono state di 0,5 miliardi di dollari, rispetto alle perdite di 16,8 miliardi di dollari del precedente trimestre del 2020.
Il flusso operativo di cassa del trimestre è stato resiliente a 5,3 miliardi di dollari ma le azioni continuano a scendere, considerando lo scetticismo sul fatto che il piano di risanamento del CEO Bernard Looney possa avere successo. Tuttavia nonostante un calo del titolo di oltre il 30% rispetto ai livelli di agosto, BP non è l’unica big oil a registrare una flessione visto che il settore petrolifero registra uno dei maggiori crolli. Anche il prezzo delle azioni della Royal Dutch Shell è tornato ai livelli della metà degli anni Novanta. In sostanza è il petrolio nel suo complesso a soffrire con le quotazioni che hanno subito una battuta d’arresto. Con i prezzi del petrolio che difficilmente si muoveranno molto al di sopra dei 50 dollari al barile nel prossimo futuro, e con un prezzo in pareggio ora a 42 dollari, e la pandemia in corso, è probabile che la spinta verso le energie rinnovabili e altre fonti alternative di energia si acceleri, afferma Michael Hewson, Chief Market Analyst di CMC Markets UK.