Azionario Asia non replica euforia Moderna, ma borsa Tokyo oltre 26.000 per prima volta dal 1991
La borsa di Tokyo testa nuovi massimi, con l’indice Nikkei 225 in rialzo del 0,42% a 26,014.62. E’ la prima volta dal 1991, ovvero in 29 anni, che l’indice chiude al di sopra di quota 26.000. Borsa di Shanghai in calo dello 0,33%, Hong Kong piatta, Sidney +0,21%, Seoul -0,08%. L’azionario asiatico non ha replicato l’euforia da vaccino che ha contagiato alla vigilia le borse globali, portando il Dow Jones e lo S&P 500 a chiudere a nuovi valori record.
Per la precisione, il Dow Jones Industrial Average ha guadagnato ieri 470,63 punti, (+1,6%), a 29.950,44 punti; lo S&P 500 è balzato dell’1,2% a 3.626,91, mentre il Nasdaq Composite è salito dello 0,8% a 11.924,13 punti.
Ieri la società americana di biotech Moderna ha comunicato che, dai dati preliminari relativi alle sperimentazioni fin qui effettuate, risulta che il vaccino a cui sta lavorando insieme al National Institute of Allergy and Infectious Diseases – presieduto dall’immunologo Anthony Fauci – ha una efficacia superiore al 94%.
Proprio lo scorso lunedì, il colosso farmaceutico Pfizer aveva scatenato un poderoso rally sui mercati, sottolineando come il vaccino a cui stava lavorando con la tedesca BioNTech avesse un’efficacia superiore al 90%.
In Asia sono saliti oggi i titoli di quei settori che più beneficerebbero della fine della pandemia da coronavirus COVID-19 che ha attaccato il mondo.
Sotto i riflettori il rally dei titoli delle compagnie aeree come l’australiana Qantas +1,7%, e le giapponesi Japan Airlines e All Nippon Airways, che sono salite rispettivamente di oltre +3% e +4%.
Singapore Airlines ha fatto oltre +3%, mentre Cathay Pacific è volata di quasi il 6% alla borsa di Hong Kong.
Protagonista anche il rally dei titoli oil in Australia, come Santos, Oil Search e Beach Energy, con quest’ultima che ha segnato un balzo superiore a +6%.
Petrolio ancora solido dopo il rally della vigilia: il contratto WTI viaggia attorno a $41,61, mentre i futures sul Brent salgono oltre i $44 al barile.
Focus anche sul rame, con i prezzi che hanno testato il record in 29 mesi nelle contrattazioni della vigilia, scommettendo sulla ripresa dell’economia globale, posizionandosi oltre la soglia di 7.000 dollari la tonnellata.