Zona Euro: PIL batte le stime ad ottobre, tasso di disoccupazione ai minimi dal 2009. Prezzi restano indietro
Indicazioni positive dall’economia di Eurolandia. Il dato principale del “Super Tuesday”, quello relativo la crescita economica della Zona Euro, ha battuto le stime. Meglio del previsto anche l’aggiornamento relativo la disoccupazione mentre il tasso di inflazione è risultato inferiore del consenso (ma a voler vedere il bicchiere mezzo pieno, si tratta di un’indicazione che permette alla BCE di portare avanti senza fretta il processo di riduzione degli stimoli).
Tra luglio e settembre le economie che adottano la moneta unica hanno segnato un tasso di crescita dello 0,6% trimestrale, 10 punti base in più rispetto alla stima degli analisti. Buone nuove sono arrivate anche dal dato relativo il secondo trimestre, rivisto dallo 0,6 allo 0,7 per cento. Su base annua il Prodotto Interno Lordo ha segnato un +2,5%, in accelerazione rispetto al +2,3% precedente e risultato migliore dal primo trimestre del 2011.
Il dato è di un punto percentuale maggiore rispetto alla crescita britannica e segna un +0,2% nel confronto con il corrispondente indice statunitense. “Vediamo se la crescita della Zona Euro riuscirà a sovraperformare quella statunitense per il secondo anno consecutivo…”, ha twittato Philip Shaw di Investec. “L’attuale tasso di crescita dell’economia è decisamente maggiore del trend e sta provocando una chiusura dell’ ‘output gap’ più veloce del previsto”, ha commentato Bert Colijn di ING.
Minimi dal gennaio 2009 per il tasso di disoccupazione, passato dal 9% di agosto (anche in questo caso il dato è stato rivisto, 9,1% in precedenza) all’8,9%. I miglioramenti registrati dal mercato del lavoro sono lampanti: tre anni fa il tasso di disoccupazione superava il 12% e un anno fa sfiorava il 10%. A settembre, il tasso di disoccupazione giovanile si è attestato al 18,7%, -1,7% se confrontato con 12 mesi prima.
Secondo Danielle Haralambous dell’Economist Intelligence Unit, la discesa della disoccupazione rappresenta uno dei fattori principali alla base della ripresa delle economie europee.
Labour market improvement is a big part of the bloc’s recovery; unemployment rate has fallen below 9% for the first time since Jan 2009. pic.twitter.com/nwJl7Ov4W7
— Danielle Haralambous (@DHaralambous) 31 ottobre 2017
“Anche se i dati sulla ripartizione delle spese non sono ancora stati diffusi, la domanda domestica probabilmente ha continuato a sostenere la crescita, alla luce della forza del mercato del lavoro e del miglioramento del contesto di investimento”, rileva Colijn.
Il miglioramento della dinamica occupazionale è destinato a spingere anche i prezzi, sotto le stime nel mese corrente. La stima “flash” ha evidenziato un incremento dell’1,4%, al di sotto dell’1,5% precedente e del consenso. In calo anche il dato “core”, quello calcolato al netto delle componenti più volatili, sceso dall’1,1% allo 0,9% (consenso 1,1%). Oltre alla contrazione della componente energetica, dal 3,9 di settembre al 3 per cento, pesa anche l’1,2% del comparto servizi, dall’1,5% della lettura precedente.
Il lieve calo dell’inflazione ‘headline’ non stupisce più di tanto, più importante è l’andamento dell’indice depurato. Per Colijn, “la contrazione dell’inflazione ‘core’ potrebbe essere il dato più sorprendente del giorno, è risultata inferiore alle stime e rappresenta il dato minore in cinque mesi”. Ma, continua l’esperto, significa che il ‘dovish tapering’ della BCE “è giustificato”.