Zona Euro: inflazione continua a deludere. Disoccupazione scende ai minimi dal 2009
L’inflazione di Eurolandia cresce meno del previsto. La stima preliminare elaborata dall’Eurostat per il mese corrente segna un aumento dei prezzi al consumo all’1,5% annuo, al di sopra dell’1,4% di ottobre ma inferiore all’1,6% stimato dagli analisti. L’incremento è riconducibile al +4,7% dei prodotti energetici (il prezzo del greggio è passato dai 45$ di giugno, agli oltre 60 attuali), contro il +3% di ottobre. Stabile la componente servizi, +1,2%, e contrazione dal 2,3 al 2,2 per cento per alimentari, alcol e tabacco. Al netto delle componenti più volatili, la c.d. inflazione “core”, il dato si è confermato allo 0,9% (consenso 1%), contro l’1,2% di agosto e l’1,1% di settembre.
“Con il dato generale in miglioramento, l’andamento dell’indice ‘core’ continua a destare preoccupazione”, ha commentato Bert Colijn di ING. “Il calo allo 0,9% -continua l’esperto- non è stato causato esclusivamente da contrazioni una tantum di alcune categorie, ma da un declino nella crescita dei prezzi in diversi comparti”. “Anche se una debolezza prolungata era attesa, a sorprendere è la completa mancanza di una ripresa”.
Per quanto riguarda il nostro Paese, l’inflazione segna un calo dall’1 allo 0,9% e il dato depurato scende di un decimo di punto percentuale allo 0,4%. “La diminuzione su base mensile dell’indice generale è dovuta prevalentemente al calo, influenzato da fattori stagionali, dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,4%) e dei Servizi relativi ai trasporti (-1%)”, si legge nella nota dell’Istat.
Se dal fronte prezzi le indicazioni sono risultate abbastanza deludenti, va meglio il mercato del lavoro. Stimato stabile all’8,9 per cento, il mese scorso il tasso di disoccupazione nei Paesi aderenti la moneta unica è arretrato all’8,8%. Per l’indice, che ad ottobre 2016 si attestava al 9,8%, si tratta del risultato migliore dal gennaio del 2009. Stabile all’11,1% il dato italiano, mentre la componente giovanile cala al 34,7% (-0,7 punti percentuali).
Tornando all’analisi di Eurolandia, Colijn stima che “a un certo punto, i continui miglioramenti nel tasso di disoccupazione dovrebbe iniziare ad impattare la crescita delle retribuzioni” e il dato uscito oggi “è incoraggiante”. Va però tenuto in considerazione che alcuni indicatori complementari al tasso di disoccupazione, che ad esempio tengono conto della sottoccupazione, “sono ancora a livelli elevati e quindi una rapida ripresa della crescita delle retribuzioni è al momento improbabile”.