Websoft: nel 2018 giro d’affari a 850 mld, podio tutto a stelle e strisce
Un giro d’affari di 850 miliardi, in crescita del 20,3% l’anno dal 2014, oltre sei volte quella delle multinazionali manifatturiere (3,1%), capaci di dare lavoro a quasi 2 milioni di persone e con utili più che raddoppiati in cinque anni, toccando un valore di Borsa a €5.065 miliardi a metà novembre 2019.
Questi i numeri registrati dai 25 giganti del WebSoft (Software & Web Companies) analizzati dall’Area Studi Mediobanca che operano nell’internet retailing, nello sviluppo di software e negli internet services (social, search engine, web portal, payment system). Quattordici hanno sede operativa negli USA, 7 in Cina, 2 in Giappone e 2 in Europa (entrambi in Germania).
WebSoft: fatturato in forte crescita nel 2018. Usa sul podio
Il report mette in luce come il 2018 sia stato un anno di grande crescita per le WebSoft con un fatturato complessivo che tocca quota 850 mld (pari al 6,4% del giro d’affari totale delle multinazionali mondiali), in crescita del +24,5% sul 2017 e del +109,7% sul 2014. Il podio è tutto a stelle e strisce con Amazon, Alphabet (Google) e Microsoft che rappresentano circa la metà dei ricavi aggregati del settore. Nel dettaglio il colosso di Seattle guidato da Jeff Bezos (€203,4 mld) si conferma in prima posizione per fatturato dal 2014, seguita da Alphabet (€119,5 mld) e Microsoft (€96,4 mld). Anche la Cina non è da meno e nel 2014-2018 la crescita media annua più elevata è appannaggio di NetEase (+54,8%) e Alibaba (+49,1%), seguite da Facebook (+45,5%).
Amazon il primo datore di lavoro nel settore
Nel 2018 i colossi del WebSoft hanno prodotto utili per €110 mld (l’11,7% del totale delle multinazionali mondiali), ciascuno mediamente per circa €15 mln al giorno rispetto ai €7 mln nel 2014. A livello di forza lavoro, nel 2018 le WebSoft occupano quasi 2 milioni di persone sparse nel mondo (il 6% della forza lavoro di tutte le multinazionali mondiali), segnando un aumento di +902mila unità sul 2014 (+91,6%, contro il modesto +1% delle multinazionali manifatturiere). Brilla in tal caso ancora una volta Amazon. L’azienda di Jeff Bezos difatti è il primo datore di lavoro del settore e ha più che quadruplicato il numero dei propri dipendenti tra il 2014 e il 2018. Al secondo posto la cinese JD con 179mila occupati, seguita dall’americana Oracle (136mila). La prima europea al settimo posto è la tedesca SAP (94mila).
La Cina supera gli States per quanto riguarda la solidità patrimoniale e fra tutte spiccano Facebook e la giapponese Nintendo che non hanno debiti finanziari. Alla fine dello stesso anno le WebSoft detenevano €507 mld di liquidità, pari a oltre un terzo del totale attivo (tre volte di più della media di una multinazionale. Volgendo lo sguardo all’Italia, nel nostro paese le WebSoft sono presenti tramite controllate, ubicate per la quasi totalità nelle province di Milano e Monza-Brianza. Il fatturato aggregato delle filiali italiane nel 2018 supera i €2,4 mld (pari allo 0,3% del totale WebSoft) e occupa oltre 9.800 lavoratori (pari allo 0,5% del totale WebSoft), circa 1.770 dipendenti in più rispetto al 2017, assunti soprattutto da Amazon che vanta il maggior numero di occupati in Italia (4.608).
Da tassazione agevolata risparmi di oltre 49 mld
Dal punto di vista fiscale infine, nel 2018 le filiali dei giganti del WebSoft hanno versato all’Erario €64 mln (€59 mln nel 2017) e hanno pagato sanzioni per complessivi €39 mln (€73 mln nel 2017). A livello globale, circa la metà dell’utile ante imposte delle WebSoft è tassato in Paesi a fiscalità agevolata, con conseguente risparmio fiscale cumulato di oltre €49 mld nel 2014-2018, solo 25 miliardi per Apple.