Wall Street: ricavi da trading penalizzano anche Goldman e BofA
Anche i numeri trimestrali di Goldman Sachs e Bank of America sono risultati sostanzialmente migliori del previsto ma, come già successo per gli altri big del comparto, non è filato tutto liscio. Il leitmotif è sempre lo stesso: la contrazione dei ricavi da trading, scesi del 14% nel caso di JPMorgan, del 7% di Citigroup, del 17% per Goldman e del 9% per Bank of America.
Nel caso del colosso fondato da Marcus Goldman e da Samuel Sachs, a pesare sui conti è in particolare il fatturato della divisione reddito fisso, valute e materie prime, in calo annuo nel secondo trimestre del 40%. Anche questa volta, non si tratta di un caso isolato: nella trimestrale di JPM il dato ha segnato un -19%, -6% per Citi e -14% per BofA.
Per il resto, niente da dire. L’istituto newyorkese ha chiuso il trimestre tra aprile e giugno con un utile netto di 7,89 miliardi di dollari, -0,6% su base annua. Il risultato per azione, a 3,95 euro, ha agevolmente battuto le stime degli analisti, posizionate a 3,38 dollari.
Andamento similare per il fatturato che, atteso a 7,52 miliardi, è passato da 7,93 a 7,89 miliardi. In particolare evidenza la divisione “prestiti e investimenti”, che ha visto i ricavi salire in un anno del 42% (anche grazie al rialzo delle valutazioni delle quote detenute nelle startup tecnologiche).
In calo di quasi 5 punti percentuali da inizio anno, una rarità all’interno di un comparto finanziario che sale a due cifre, il titolo GS nei primi scambi perde lo 0,11%. Debolezza anche per BofA (-0,40%) l’altra superbig tra le 124 società che presentano i conti in giornata.
Nel secondo trimestre l’istituto di Charlotte ha registrato un utile di 5,27 miliardi di dollari, contro i 4,78 miliardi di un anno fa. Il risultato per azione si è attestato a 46 centesimi di dollaro, 3 in più rispetto alle stime. Il fatturato è salito da 21,51 a 23,07 miliardi, decisamente al di sopra dei 21,78 miliardi stimati. Da novembre il titolo è salito di oltre il 40% e il saldo 2017 segna un rialzo di quasi 8 punti percentuali.
Wall Street nel suo complesso, ma il comparto finanziario in particolar modo, si trova a fare i conti con i dubbi sulla capacità di Trump di realizzare le riforme e di far approvare le misure pro-crescita promesse in campagna elettorale. Nella notte italiana, il leader della maggioranza repubblicana, Mitch McConnell, si è visto costretto a ritirare il provvedimento di riforma della sanità a stelle e strisce.
Non è il primo caso in cui i progetti della nuova amministrazione si scontrano, soccombendo, con la realtà politica a Washington. E i mercati, dopo la tanta fiducia riposta in The Donald, iniziano a vacillare.