Wall Street attende le risposte dal lavoro Usa. Payrolls e dollaro, i tre scenari di ING
Arriva sui mercati oggi uno degli ultimi dati chiave per la Federal Reserve (Fed) prima della riunione del 18 settembre. Un dato che potrebbe delineare anche la portata del primo taglio dei tasi (ormai dato per scontato dai mercati). Si tratta del consueto report mensile sul mercato del lavoro americano per il mese di agosto, che verrà diffusi oggi a partire dalle 14:30 ora italiana. Un ultimo dato che potrebbe fornire significative indicazioni sullo stato di salute del mercato del lavoro statunitense, con gli investitori che ragionano sul fatto che un ulteriore raffreddamento potrebbe indurre il Fomc a un taglio più significativo dei tassi di interesse.
Ma vediamo quali sono le attese per i nuovi occupati nel settore non agricolo (nonfarm payrolls), il tasso di disoccupazione e il salario medio orario.
Lavoro Usa, le attese
Oltre alla stabilità dei prezzi, la Fed deve puntare anche alla piena occupazione. Per questo l’employment report di oggi è un piatto importante per i mercati. I dati in arrivo dal Bureau of Labor Statistics potrebbero, infatti, fornire spunti importanti in ottica delle prossime mosse della Fed, soprattutto in termini di riduzione dei tassi d’interesse.
Stando al consensus raccolto da Bloomberg le tanto attese nonfarm payrolls dovrebbero attestarsi a +165mila rispetto al dato pari a +114mila del mese di luglio, con un tasso di disoccupazione atteso nuovamente al 4,2% dal 4,3% della passata rilevazione.
A completare il quadro anche le aspettative sul salario medio orario che dovrebbe mostrare una crescita annua al ritmo del 3,7% dal precedente 3,6% e un aumento mensile dello 0,3% dal precedente 0,2%.
Intanto negli ultimi giorni sono arrivati altri dati occupazionali a delineare ulteriormente il quadro attuale. Ieri pomeriggio è arrivato anche il report ADP sull’occupazione privata Usa, che ha mostrato un numero di impieghi inferiore alle attese (99mila), oltre alle richieste di sussidi di disoccupazione (227 mila, poco sotto le stime). Si tratta, come ha sottolineato Saverio Berlinzani, analista senior di ActivTrades, del “numero più basso da gennaio 2021, dopo un dato rivisto al ribasso di 111.000 a luglio e ben al di sotto delle previsioni di 145.000. I dati evidenziano che il mercato del lavoro continua a raffreddarsi, e siamo ormai al quinto mese consecutivo mentre la crescita salariale è rimasta stabile”.
Un dato, quello relativo al sondaggio ADP di ieri, che non è passato inosservato agli occhi degli investitori, degli operatori. “Raramente prendiamo spunto dal rapporto ADP per le aspettative sulle buste paga negli Stati Uniti poiché la correlazione tra i due è indiscutibilmente debole – afferma Francesco Pesole, FX Strategist di ING -. Ma la pubblicazione di ieri a quota 99.000 dell’ADP è stata la più debole dal 2021, poiché le piccole imprese hanno ridotto il personale ad agosto mentre le assunzioni delle medie e grandi imprese avveniva a un ritmo molto modesto”.
Da Mps Capital Services ricordano che “se i Jolts (posizioni lavorative disponibili) ed i nuovi occupati del settore privato calcolati dal sondaggio ADP sono inaspettatamente scesi, i sussidi alla disoccupazione da circa un mese stazionano intorno alle 230.000 unità e suggerirebbero una stabilizzazione dei nuovi occupati non agricoli che al contrario, in base al consenso di Bloomberg, sono attesi in rialzo“.
Payrolls e dollaro, i tre potenziali scenari di ING
Come più volte sottolineato, il taglio da parte della Fed è più che scontato dai mercati ma ci sono ancora dei dubbi sull’entità della sforbiciata. E proprio alla luce di questo la domanda a cui i mercati devono rispondere oggi è: quali cifre indurrebbero un taglio di 50bp della Fed a settembre? Persole identifica tre potenziali scenari, con gli impatti relativi alle diverse indicazioni che potrebbero arrivare.
- Payrolls inferiori a 100.000, disoccupazione fino al 4,4% (il consenso è del 4,2%): “il taglio di 50 punti base di settembre diventa lo scenario di base e il dollaro crolla”.
- Payroll più deboli del consenso, ma superiori alla soglia di 100.000, disoccupazione invariata al 4,3% o fino al 4,4%: “i mercati dovranno indovinare l’entità del taglio di settembre. Dollaro più debole con la pubblicazione, ma potrebbe rimbalzare a breve se la disoccupazione non sale”.
- Payrolls pari o superiori al consenso, disoccupazione in calo: “si profila un taglio di 25 punti base a settembre, spazio per ‘hawkish repricing’ nella curva OIS del dollaro, che attualmente prevede tagli per 175 punti base nelle prossime cinque riunioni. Ampio spazio per un rimbalzo del biglietto verde”. “La nostra previsione rimane un taglio di 50 punti base a settembre, ma ammettiamo che è una decisione difficile”, sottolinea Persole.
Taglio da 25 o 50 punti base?
Come campeggia nella pagina del FedWatch del CME mancano circa 12 giorni al prossimo meeting del Fomc, con in mercati che sono ancora incerti sulla portata dei tagli e il ritmo futuro. Quello che si registra al momento, osservando proprio il Fed Watch Tool di CME, è che stanno aumentando le probabilità di un taglio dei tassi di 50 punti, possibilità che si mantengono sopra il 40%.
“Se le condizioni macro dovessero peggiorare, le probabilità aumenteranno così come nel caso di un ribasso dei mercati azionari”, rimarca David Pascucci, analista dei mercati per XTB, sottolineando che “i mercati dipendono tutti da loro, dall’esito del tasso di disoccupazione e dai nonfarm payrolls, i dati sul mercato del lavoro che saranno determinanti per i futuri tagli dei tassi che oramai risultano essere una certezza per questi mercati azionari che sembrano lentamente allinearsi ad uno scenario macroeconomico tendenzialmente negativo”.