Voglia di recupero a Wall Street, il PIl Usa doma i falchi. Ray Dalio: siamo in fase pre-bolla
Voglia di recupero a Wall Street, con gli indici azionari che tentano la ripresa dopo le vendite della vigilia, scatenate dai toni da falco del neo presidente della Fed, Jerome Powell. La pubblicazione del Pil Usa del quarto trimestre – rivisto al ribasso dal +2,6% comunicato in precedenza al +2,5% – porta gli investitori a considerare che, probabilmente, l’economia degli Stati Uniti non versa in condizioni di salute così forti da avallare necessariamente l’ipotesi di quattro strette monetarie nel 2018. Sicuramente, inoltre, la crescita dell’economia – almeno di quella del quarto trimestre – è lontana dal tasso di espansione del 3% promesso da Donald Trump.
Dopo aver superato la soglia del 2,9%, i tassi sui Treasuries a 10 anni fanno così dietrofront e tornano al di sotto della soglia. Il dollaro è in rialzo ma riduce i guadagni e cede ancora sullo yen in area JPY 107.
Torna a parlare Ray Dalio, fondatore dell’hedge fund numero uno al mondo Bridgewater Associates, noto in Italia soprattutto per la sua decisione di scommettere contro Piazza Affari.
In un discorso proferito all’Istituto di politica dell’Harvard Kennedy School, Dalio afferma di intravedere una maggiore probabilità che gli Usa finiscano in una recessione. Al momento, sottolinea il gestore – che ieri aveva parlato degli Stati Uniti come di un’economia in fase di Goldilocks – ci troviamo in una “fase di pre-bolla”.
“Credo che siamo in una fase di pre-bolla che potrebbe trasformarsi in fase di bolla”, ha detto Dalio. A suo avviso, la probabilità che una recessione colpisca l’America entro il 2020, anno dell’Election Day, è pari al 70%: una view che conferma anche quanto scritto in un post pubblicato su LinkedIn, dove il numero uno di Bridgewater Associates ha sottolineato che “i rischi di una recessione nei prossimi 18-24 anni stanno aumentando”.
A Wall Street, S&P 500, Nasdaq e Dow Jones riportano tutti guadagni di mezzo punto percentuale circa, dopo aver registrato alla vigilia la flessione più forte da quando sono entrati ufficialmente in una fase di correzione, lo scorso 8 febbraio. In ogni caso, il dado è già tratto: l’azionario Usa si appresta a concludere il peggior febbraio in quasi un decennio.