Vivendi messa al muro da CdP e proxy advisor, ritira proposta revoca 5 consiglieri in quota Elliott
Pace fatta in casa Tim tra i francesi di Vivendi e gli americani del fondo Elliott? Così sembrerebbe, almeno per ora. Il titolo Telecom Italia accelera in Borsa, salendo in vetta al Ftse Mib, dopo la notizia della decisione di Vivendi di ritirare la proposta di revoca di cinque consiglieri in quota Elliott. Nel pomeriggio, dopo essere balzato fino a oltre +3,6%, il titolo riduce tuttavia i guadagni.
Stamattina l’assemblea degli azionisti di Tim si è aperta con il 66,6% del capitale, a livelli tra l’altro record dallo scorso 4 maggio, giorno storico per Tim, con il maxi ribaltone con cui gli americani del fondo Elliott riuscirono a strappare il controllo del cda dalle mani dei francesi. In quell’occasione, la partecipazione all’assemblea superò il 67% del capitale.
Da segnalare che le quote dei tre principali azionisti rimangono al momento stabili: Vivendi detiene il 23,94%, Elliott il 9,55%, Cdp ha il 9,89%. Altro socio rilevante è il fondo pensione del Canada con il 3,24% del capitale di Tim.
L’auspicio del presidente Fulvio Conti era stato chiaro. Conti, a inizio lavori dell’assemblea, aveva auspicato una “nuova fase di concordia e collaborazione”, facendo riferimento “alle proposte di revoca e nomina formulate da Vivendi”.
Poco dopo, l’annuncio della rappresentante di Vivendi, Caroline le Masne de Chermont: “Abbiamo deciso di non perseguire la nostra proposta di revoca di cinque consiglieri del board purchè l’assemblea si esprima in tale direzione”, ha detto, aggiungendo che il gruppo è pronto ‘a dar credito al ceo’ Gubitosi e ‘a non dar seguito’ alla proposta di revoca dei consiglieri, che era all’ordine del giorno.
“Come tutti sapete Vivendi ha investito 4 miliardi in Telecom e come azionisti di lungo termine – ha detto la rappresentante del socio francese – non vediamo espresso il potenziale delle azioni”. Vivendi, ha ricordato la rappresentante, ha più volte chiesto che sia “ristabilita una governance più trasparente”.
“Tuttavia non siamo qui per rivedere tutto quello che è accaduto e per concentrarci su eventi che non possiamo modificare. Siamo qui per guardare avanti. Vogliamo un board che rispetti meglio l’azionariato in modo trasparente e inclusivo”.
I cinque consiglieri per cui Vivendi aveva chiesto la revoca sono (il presidente di Tim) Fulvio Conti, Alfredo Altavilla, Massimo Ferrari, Dante Roscini e Paola Giannotti de Ponti. L’idea era di sostituirli con Franco Bernabè, Rob van der Valk, Flavia Mazzarella, Gabriele Galateri e Francesco Vatalaro.
Occhio a quanto era stato riportato dal Sole 24 Ore. Secondo il quotidiano di Confindustria, Vivendi sapeva benissimo che la sua proposta non sarebbe riuscita a ottenere il sostegno necessario al suo passaggio, visto che i tre proxy advisors ISS, Frontis e Glass Lewis avevano già comunicato la loro intenzione di votare contro la proposta di revoca. Una indicazione del genere era arrivata anche dalla Cassa depositi e prestiti.