Visco, ‘ultime considerazioni’: non perdere tempo su PNRR, priorità ridurre debito
Le ultime considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, hanno il sapore di un congedo ufficiale. Dopo più di 50 anni in Bankitalia (di cui 12 alla guida dell’istituzione) il prossimo novembre smetterà ufficilamente i panni di governatore della Banca d’Italia. L’occasione è quella della presentazione delle ‘considerazioni finali del governatore’ durante la consueta relazione annuale di Bankitalia a Roma.
“Per quanto riguarda l’istituzione “speciale” che ho servito, con ruoli diversi, per un cinquantennio e che mi appresto quest’anno a lasciare, sono sicuro che su tale consapevolezza saprà fondare il suo operato anche negli anni a venire. Abbiamo sempre presente la necessità di fondare valutazioni e decisioni su informazioni e analisi il più possibile ampie e accurate”, ha dichiarato Visco che è entrato in Bankitalia nel 1972 ed è stato nominato governatore nel 2011 al posto di Mario Draghi nominato a sua volta presidente della Banca centrale europea.
Dal debito all’inflazione: le frasi principali del testo di Visco
“L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia continua ad avere pesanti ripercussioni sull’economia mondiale e a mettere in discussione l’integrazione economica e finanziaria internazionale e l’assetto multilaterale emerso dopo la fine della Guerra fredda”. Inizia così il discorso del governatore Visco nelle considerazioni finali che sta illustrando ha toccato molti temi caldi per l’economia italiana, tra cui quello dell’inflazione, del debito e più in generale della politica della Bce.
Visco manda un messaggio chiaro sul debito. “Ridurre la dimensione del debito pubblico è una priorità della politica economica, indipendentemente dalle regole europee“, ha esortato il governatore di Palazzo Koch aggiungendo che “un alto debito impone che una quota elevata delle entrate pubbliche sia destinata al pagamento di interessi invece che a impieghi produttivi; pone seri problemi di equità tra le generazioni; rende più difficile l’adozione di misure anticicliche; genera incertezza per gli operatori economici”. E ancora: “Indipendentemente dalle cause che lo hanno portato agli attuali livelli, è oggi prioritario dare continuità al processo di consolidamento avviato nell’ultimo biennio. A questo fine, dato il fisiologico, graduale, aumento dell’onere per interessi, che riflette anche la normalizzazione della politica monetaria, è necessario un ritorno a significativi avanzi primari, come quelli programmati per il medio termine nell’ultimo Documento di economia e finanza”.
Non solo debito, uno degli argomenti centrali della sua analisi è l’inflazione. I prezzi al consumo sono saliti vertiginosamente su scala globale. In particolare, in Europa l’inflazione ha trovato alimento soprattutto nei rincari dell’energia, specie quelli del gas naturale, le cui quotazioni hanno raggiunto valori senza precedenti. Visco ha rimarcato nelle sue considerazioni finali che sul tema dell’inflazione “si è espresso sottolineando ancora una volta l’importanza di tenere dritta la barra della risposta monetaria, ma con la gradualità necessaria per l’incertezza ancora non dissipata riguardo all’evoluzione delle determinanti primarie dell’accelerazione dei prezzi e ai comportamenti che ne possono prolungare durate ed effetti”.
“La normalizzazione monetaria e la restrizione del credito ci riporteranno a prezzi stabili; le ripercussioni sull’economia della nostra area saranno tanto minori quanto più responsabili saranno i comportamenti di tutte le parti che contano, imprese, sindacati, governi”, ha aggiunto Visco.
Italia, crescita ha superato ancora le attese nel primo trimestre
Ampio capitolo sulle prospettive per l’economia italiana. “A fronte degli shock di intensità inusitata degli ultimi anni, l’economia italiana ha mostrato una notevole capacità di resistenza e reazione. Già alla fine del 2021 il prodotto aveva recuperato il crollo registrato nei trimestri successivi allo scoppio della pandemia; ha continuato poi a espandersi lo scorso anno, nonostante le difficoltà poste dalla guerra in Ucraina, con un incremento del 3,7 per cento, ben superiore alle attese”, ha segnalato Visco sottolineando che nel primo trimestre di quest’anno la crescita dell’economia ha di nuovo superato le attese.
Positive anche le previsioni per il 2023. “le previsioni oggi disponibili convergono su un aumento del prodotto intorno all’uno per cento”. Secondo Visco, “la ridefinizione dell’organizzazione mondiale della produzione ora ci impone di rafforzare il nostro posizionamento internazionale”.
PNRR? “Non c’è tempo da perdere”
Visco esorta a non perdere tempo sul tema del PNRR e aggiunge che “miglioramenti sono possibili”. “Nel perseguimento di eventuali modifiche bisogna però tenere conto del serrato programma concordato con le autorità europee; al riguardo, un confronto continuo con la Commissione è assolutamente necessario, nonché utile e costruttivo”, ha poi spiegato.