Usa verso Trump bis, quali conseguenze per l’Europa
Nelle ultime settimane, secondo gli analisti, le probabilità di vittoria di Donald Trump nelle elezioni presidenziali di novembre si sono incrementate. Gli investitori cominciano dunque a prepararsi a questa svolta e a posizionarsi di conseguenza sui mercati. In particolare, Goldman Sachs ha stimato le conseguenze su Pil e inflazione dell’eurozona nel caso l’ex presidente trionfi nella corsa alla Casa Bianca. Ecco i principali risultati dell’analisi, che prende in considerazione gli aspetti commerciali, quelli legati a difesa e sicurezza e le ricadute sull’Europa delle politiche interne statunitensi.
Gli effetti delle politiche commerciali di Trump
Con riferimento al commercio internazionale, Trump si è impegnato a imporre dazi generalizzati del 10% su tutte le importazioni statunitensi, anche dall’Europa. Questo dovrebbe portare, secondo Goldman Sachs, ad un forte aumento dell’incertezza sulla politica commerciale, come avvenuto nel 2018-19.
Il modello statistico utilizzato dalla banca d’affari statunitense utilizza dati mensili dal 1987 per valutare le gli effetti negativi dell’incertezza sulla politica commerciale e le ripercussioni degli effettivi aumenti tariffari. Sulla base di questo modello, il picco di incertezza ha ridotto la produzione industriale dell’area euro di circa il 2% nel 2018-19, con un impatto minore derivante dagli effettivi aumenti tariffari.
L’effetto netto delle tensioni commerciali è stato lievemente inflazionistico, con un impatto differente tra i vari Paesi della zona euro, più marcato in Germania che altrove.
Più spesa per sicurezza e difesa a carico dell’Europa
In secondo luogo, la rielezione di Trump comporterebbe probabilmente rinnovate pressioni sulla difesa e sulla sicurezza per l’Europa.
Secondo Goldman, l’obbligo Nato di spesa del 2% del Pil per la difesa e il ridotto sostegno militare statunitense all’Ucraina potrebbero costare all’Europa un ulteriore 0,5% del PIL all’anno.
Tuttavia, gli stimoli alla crescita derivanti da questa maggior spesa sarebbero limitati da alcuni fattori: i modesti moltiplicatori della spesa militare in Europa, la pressione al rialzo sui rendimenti a lungo termine a causa di deficit di bilancio più elevati e gli effetti negativi sulla fiducia legati all’elevato rischio geopolitico.
Tagli fiscali e domanda Usa verso l’UE
Il terzo aspetto analizzato da Goldman Sachs riguarda i tagli fiscali e la “deregulation”, che verrebbero incentivati da una vittoria di Trump e potrebbero ripercuotersi sull’Europa sotto forma di una maggiore domanda statunitense e di cambiamenti nelle condizioni finanziarie.
Secondo le stime, gli sgravi fiscali promossi dai Repubblicani potrebbero incrementare l’attività dell’area euro di circa lo 0,1%. Le ricadute finanziarie nette, tuttavia, sarebbero probabilmente contenute, poiché l’effetto dei tassi a lungo termine più elevati dovrebbe essere compensato da un euro notevolmente più debole, in linea con quanto accaduto con le mosse di Trump post elezioni del novembre 2016.
L’impatto di un Trump bis su Pil e inflazione eurozona
In definitiva, le stime suggeriscono che l’agenda politica di Trump possa determinare un impatto negativo sul PIL dell’Eurozona pari a circa l’1% e un aumento dell’inflazione di 0,1 punti percentuali.
Dato l’effetto più ampio (e più persistente) sull’attività che sull’inflazione, Goldman si aspetta che la rielezione di Trump rafforzi la necessità di continuare i tagli dei tassi da parte della BCE nel 2025. In particolare, sono previsti tagli aggiuntivi per circa 30-40 punti base.