Usa: riforma fiscale attende firma Trump, ma mercati aspettano ritracciamento. Volano rendimenti Treasury
La riforma fiscale voluta dal presidente Donald Trump è legge. Con 224 voti favorevoli e 201 contrari la Camera ha approvato il testo in via definitiva facendo eco al “si” del Senato già pervenuto ad inizio settimana.
Il pilastro principe che regge le nuove regole introdotte prevede un livellamento dell’aliquota fiscale sulle aziende al 21 dal 35%, a partire dal primo gennaio che, secondo gli esperti potrebbe comportare una maggiore distribuzione di utili agli azionisti e operazioni di buyback.
Manca ora solo la firma ufficiale del Presidente Usa. Secondo l’Ufficio Studi di MPS Capital Service la Legge “dovrebbe arrivare alla scrivania di Trump in questi giorni o subito dopo l’inizio del 2018”. Nel mentre Trump ha celebrato il provvedimento definendolo “una vittoria storica per gli americani” ed ha sostenuto che la riforma spingerà al rialzo le Borse.
Per ora però di rialzi a Wall Street se ne sono visti pochi, con i tre principali indici che hanno accolto la notizia senza clamori ed hanno chiuso in leggero territorio negativo e senza aggiornare nuovi massimi per la seconda seduta consecutiva.
Rendimento Treasury sui massimi da 8 mesi
Viaggiano in rialzo, invece, i rendimenti del Treasury. Il tasso sul decennale americano ieri sera ha toccato quota 2,5%, raggiungendo i massimi da ben 8 mesi. “Il mercato sembra essere orientato alle prese di profitto di fine anno, come testimoniato dal calo generalizzato degli asset rischiosi e dal proseguimento delle vendite sui titoli governativi, sia negli USA che in area euro”, hanno commentato gli esperti di MPS Capital Service.
Questo segnale – prosegue l’analisi dell’Ufficio Studi – indica che la riforma in buona parte era già nei prezzi o più semplicemente il mercato ha bisogno di più tempo per valutarne gli effetti data la complessa articolazione.
Sembra più ispirato, invece, l’indice delle imprese medio-piccole, il Russell 2000, che è riuscito a chiudere in lieve territorio positivo in quanto le small cap “sembrerebbero essere le principali beneficiarie della riforma”.
Dello stesso avviso Randy Frederick, di Charles Schwab a Austin – Texas, che, interpellato da Reuters, ha dichiarato: “il mercato ha scontato buona parte dei tagli fiscali, potremmo anche vedere un ritracciamento una volta che il progetto di legge è stato firmato, non oltre l‘1 o il 2%”.