Notizie Notizie Mondo Usa: non farm payrolls oltre attese a ottobre. Strada Fed sembra ormai tracciata

Usa: non farm payrolls oltre attese a ottobre. Strada Fed sembra ormai tracciata

2 Novembre 2018 14:46

Mentre negli Stati Uniti si attendono le elezioni di mid-term (si terranno il 6 novembre, determinanti per le prossime mosse dell’amministrazione Trump), per i Repubblicani e non solo arrivano indicazioni positive dal mercato del lavoro statunitense. Nel mese di ottobre sono stati creati 250mila posti di lavoro nel settore non agricolo (le cosiddette non farm payrolls), oltre le attese del consensus Bloomberg che si attendeva +200mila unità. A settembre il dato è stato rivisto al ribasso da +134mila a +118 mila unità, mentre il dato di agosto è stato rivisto al rialzo da +270mila a +286mila. E’ stata confermata al 3,7% la disoccupazione, che rimane sui livelli minimi dal 1969. La crescita dei salari orari è salita al 3,1% su base annuale rispetto al 2,8% del mese precedente, è il dato più alto da aprile 2009. E’ questa la fotografia mensile scattata dal dipartimento del Lavoro a stelle e strisce.

“Decisamente incoraggianti, sia in termini di posti di lavoro che di crescita dei salari”, commenta Vincenzo Longo, market strategist di Ig, sottolineando che quello sui salari “è certamente il dato che più salta all’occhio, visto che a questo punto impone alla Fed di andare avanti con il rialzo dei tassi d’interesse a dicembre (cosa questa abbastanza scontata dal mercato), oltre che a tenere un ritmo elevato anche per il prossimo anno (probabilmente 3 ritocchi)”.

Dati che rafforzano inoltre le aspettative che la Federal Reserve (Fed) si muiva verso un rialzo dei tassi di interesse per la quarta volta quest’anno a dicembre. Nell’ultima riunione di settembre la banca centrale Usa ha rivisto al rialzo il costo del denaro di 25 punti base, portandolo al nuovo range compreso tra il 2% e il 2,25 per cento. Una mossa che aveva scatenato la reazione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che aveva (per l’ennesima volta) espresso la sua insoddisfazione per la decisione di Jerome Powell di continuare ad alzare i tassi.

“A questo punto la Federal Reserve non può far a meno di procedere con la politica di rialzo dei tassi, a un ritmo più sostenuto di quello che gli investitori desiderano o si aspettano, anche alla luce delle recenti trimestrali – afferma Longo -. Le aspettative degli investitori di un rallentamento della crescita globale a seguito della guerra dei dazi si incrociano con quelle della Fed che vede dietro l’accelerazione dei salari la necessità di alzare i tassi di interesse”. “Probabilmente le news di oggi sulla vicinanza dell’accordo tra Usa e Cina contribuiscono a ridurre la reale portata negativa della notizia – conclude l’esperto -. Potrebbe bastare un passo indietro di Trump nei prossimi giorni a rispolverare le vendite. Ad ogni modo non occorre attendere molto per vedere il parere della Banca centrale statunitense, dato che la riunione si terrà giovedì prossimo“.