Usa: mercato lavoro da record, dati sotto la lente della Fed
Il 2018 è stato mandato in archivio negli Stati Uniti con i dati sul mercato del lavoro di dicembre che hanno sorpreso in positivo. Nell’ultimo mese dell’anno il numero di nuovi occupati nel settore non agricolo (le cosiddette non farm payrolls) è salito, registrando +312 mila nuovi posti di lavoro e battendo le aspettative (Consensus Bloomberg a quota +184mila). In rialzo il tasso di disoccupazione che è passato al 3,9% dal 3,7% di novembre, complice il balzo del tasso di partecipazione (passato al 63,1%, massimi dal 2014). I salari orari sono cresciuti al ritmo maggiore dal 2009 (+3,2% a/a). Nel complesso, nel 2018 sono stati creati 2,6 milioni di posti di lavoro, un dato di gran lunga superiore ai 2,2 milioni di posti creati nel 2017.
“I dati odierni confermano un buono stato di salute dell’economia statunitense e hanno battuto le attese su tutti i fronti – commenta Vincenzo Longo, market strategist di Ig -. Anche la crescita dei salari confermerebbe il miglioramento della qualità del lavoro negli Stati Uniti. Diventa più difficile per la Federal Reserve giustificare la sospensione del percorso di rialzi dei tassi d’interesse con figure di questo tenore”.
Dopo i recenti dati macro non certo brillanti (da ultimo l’indice Ism manifatturiero di ieri) i dati del lavoro sembrano riportare un po’ il sereno tra gli investitori. Secondo la view di Longo, nonostante tutto, l’approccio deve essere improntato alla cautela. “Non possiamo – rimarca l’esperto – trascurare la brutta indicazione di ieri, che tra l’altro ha mostrato un crollo della componente degli ordinativi industriali. Insomma, l’incertezza economica sembra affacciarsi anche dall’altra parte dell’Atlantico e gli operatori sembrano essersene accorti, viste le violente vendite sui mercati delle ultime settimane”.
E la Fed?
In base ai calcoli sui Future Fed Fund effettuati da Bloomberg, il mercato sembra avere eliminato l’ipotesi di un rialzo Fed nel 2019, iniziando a scontare quella di un taglio. Mps Capital Services ritiene che la Fed possa prendere una pausa nel primo trimestre, per poi effettuare 1 o 2 rialzi nella restante parte del 2019. Per Ig la banca centrale Usa potrebbe prendere atto del sensibile aumento dei rischi dell’economia globale e preferisca attendere maggiori indicazioni prima di riprendere il sentiero dei rialzi dei tassi d’interesse. “Escludiamo al momento un passo indietro, ovvero un taglio dei tassi, manovra che non sarebbe giustificata dai fondamentali macroeconomici”, afferma Longo. Sulla stessa lunghezza d’onda il commento degli economisti di Ing che scrivono: “Le aspettative del mercato che la Federal Reserve possa tagliare i tassi di interesse quest’anno sono decisamente improbabili, a nostro avviso”.
La reazione sui mercati
Di fronte ai positivi dati sul mercato occupazionale Usa si è apprezzato il dollaro, con il cambio euro/dollaro scivolato sotto la soglia di 1,14$. In questo momento il cross valuta unica/biglietto verde viaggia in rea 1,1355 (-0,32%). Partenza sprint per Wall Street che, grazie anche alle notizie relative alla ripresa delle trattative tra Cina e Stati Uniti sul fronte commerciale, guadagna terreno. L’indice Dow Jones sale dell’1,67%, mentre l’S&P 500 e il Nasdaq avanzano rispettivamente dell’1,76% e del 2,06 per cento.