Notizie Notizie Mondo Mercati e Trump bis: radar su fisco e indipendenza Fed, la view di Pimco

Mercati e Trump bis: radar su fisco e indipendenza Fed, la view di Pimco

12 Novembre 2024 10:17

Dopo un’incredibile rimonta politica Trump fa ritorno alla Casa Bianca, segnando un nuovo capitolo per gli Stati Uniti e aprendo una fase di grandi aspettative sui mercati finanziari. L’ex presidente, con un Congresso a maggioranza repubblicana ma con margini ridotti, potrebbe attuare interventi su fisco e dazi che rischiano di sconvolgere gli equilibri economici globali. Il clima finanziario attuale sembra rispondere positivamente alla promessa di deregulation bancaria ed energetica, ma l’agenda di Trump potrebbe incontrare ostacoli nel concretizzare tagli fiscali e spese imponenti. Ad analizzare il tema nel dettaglio, guardando alle prospettive future degli Usa, è un report di PIMCO.

Le prime mosse di Trump

C’è una serie di azioni unilaterali che il Presidente potrebbe potenzialmente intraprendere il primo giorno: ritirare gli ordini esecutivi del Presidente Joe Biden, anche nel settore energia (ad esempio, il divieto di esportazione di gas naturale liquefatto e il divieto di trivellazione nelle terre federali); annunciare nuovi ordini esecutivi, anche sul confine tra Stati Uniti e Messico; limitare l’immigrazione e dare priorità al rimpatrio di criminali è probabilmente più semplice di un programma di rimpatrio più ampio, che richiederebbe tempo per essere stabilito e potrebbe richiedere fondi dal Congresso; imporre dazi alla Cina utilizzando l’investigazione esistente sulla Section 301 (del Trade Act del 1974), che Trump ha utilizzato per imporre dazi alla Cina nel 2018 e che il Presidente Biden ha poi utilizzato per aumentare tali dazi, altri potenziali dazi su prodotti o Paesi, tuttavia, richiederebbero un processo di investigazione, che in genere richiede mesi; sostituire i direttori delle agenzie federali, se lo desidera.

I crucci del fisco

Sebbene la risposta del mercato alle elezioni faccia presagire una maggiore chiarezza normativa e una probabile assenza di nuova regolamentazione, è bene ricordare che la deregolamentazione richiede tempo. Per l’espansione fiscale – tasse e spesa – il Presidente Trump dovrà passare dal Congresso. È qui che le probabili maggioranze ristrette potrebbero fungere da controllo. Supponendo che i repubblicani mantengano la Camera, è probabile una proroga completa dei tagli fiscali di Trump in scadenza, ma forse solo per un periodo di tempo ridotto a causa dei deficit già elevati. Potremmo assistere a sforzi per ridurre la spesa in modo marginale, ma qualsiasi taglio di grande entità sarà difficile da far passare alla Camera e sarebbe difficile da realizzare attraverso il processo di riconciliazione del bilancio (che richiede solo 50 voti al Senato). Tutto il resto probabilmente richiede 60 voti. Il deficit è stato il più grande sconfitto delle elezioni, con nessuno dei due candidati propenso a prendere provvedimenti per ridurlo ed entrambi inclini ad approvare politiche che lo aumenteranno. Il tetto del debito, che dovrà essere gestito in primavera, sarà probabilmente alzato con facilità con la maggioranza repubblicana in entrambe le camere.

L’indipendenza della Fed

Capitolo politiche monetarie. Non si prevedono cambiamenti alla Fed fino al 2026. Il mandato del presidente Jerome Powell scade a maggio 2026 e la sua posizione appare blindata fino ad allora. Il primo posto vacante di governatore della Fed non si aprirà prima del gennaio 2026. Il Presidente non può licenziare un governatore della Fed senza motivo. Per gli esperti di PIMCO non ci sono assolutamente dubbi sull’indipendenza della Fed. La Fed deve rispondere al Congresso – che l’ha creata e ne ha stabilito il mandato – e al popolo. La sua indipendenza consente alla Fed di attuare una politica monetaria basata su dati, analisi e giudizi, libera da influenze politiche.

Insomma, “the Donald” tornerà in carica con un solido mandato e, per molti versi, sarà meno gravato dalle considerazioni politiche legate al fatto di doversi ricandidare (non può candidarsi per un terzo mandato senza modificare la Costituzione degli Stati Uniti). Tuttavia, quelli che sembrano essere margini congressuali ristretti – potenzialmente storicamente ristretti alla Camera – potrebbero essere un freno all’agenda di Trump, fiscale e non. In ogni caso, la fine di questo ciclo elettorale ha portato una gradita chiarezza, in quanto il risultato è stato rapidamente evidente senza una prolungata incertezza. Un fattore che ha alimentato il rally dei mercati americani, schizzati verso nuovi massimi storici e oltre.