Usa che lanciano controllo capitali, Apple che fagocita Disney: i cigni grigi per il 2020
Controllo sui capitali lanciato dall’amministrazione Usa, ma anche rialzo dell’inflazione nell’area euro, Apple che fagocita Disney, Tesla che si allea con Hyundai, attacchi contro le basi americane dislocate in Medio Oriente, intervento delle autorità del Giappone sul mercato del forex. Sono alcuni dei cigni grigi previsti da Macro Hive, di cui ha parlato, in un intervento alla Cnbc Bilal Hafeez, amministratore delegato della società di strategia finanziaria.
Da segnalare la differenza tra i cigni grigi e i cigni neri, i famosi Black Swan di Nassim Nicholas Taleb.
Se i Black Swan – cigni neri – della teoria dell’economista indicano eventi che arrivano a sorpresa e che, per la loro stessa natura, sono impossibili da prevedere, i cigni grigi hanno un margine di prevedibilità e, di conseguenza, possono essere in qualche modo anticipati. Si tratta praticamente di eventi potenzialmente significativi che vengono considerati, in generale, improbabili ma possibili.
A tal proposito, Hafeez sottolinea che quello del controllo sui capitali da parte degli Stati Uniti “è una reale possibilità”, viste le tensioni commerciali che – a dispetto dell’imminente accordo sulla Fase 1 che dovrebbe essere firmato a breve – continuano a caratterizzare le relazioni tra Usa e Cina.
Il controllo sui capitali cinesi, per l’esattezza, potrebbe secondo il ceo ci Macro Hive, essere attivato da Washington per proteggere le aziende americane.
“Gli asset più forti che gli Stati Uniti detengono sono la proprietà intellettuale e la performance delle sue aziende – ha detto Hafeez, nel corso dell’intervento alla trasmissione “Squawk Box Europe” della Cnbc – Negli ultimi anni abbiamo assistito a un investimento significativo, da parte della Cina, nella Silicon Valley. Le società cinesi stanno acquistando quelle americane, e gli Usa potrebbero dire: ‘Aspettate un attimo, non accetteremo più una cosa del genere”.
Una conferma di questa possibile propensione americana verso il controlli sui capitali è già sotto gli occhi di tutti, con il caso di Beijing Kunlun Tech, società di intrattenimento cinese, che sta cercando di vendere Grindr, l’APP di incontri tra gay che possiede fin dal 2016, dopo che una commissione della Sicurezza Nazionale Usa ha sollevato interrogativi sulla sua proprietà.
In particolare, stando ad alcune fonti vicine al dossier, la Commissione di investimenti esteri degli Stati Uniti (Committee on Foreign Investment in the United States (CFIUS) ha informato Kunlun che la proprietà della californiana Grindr potrebbe rappresentare un rischio alla sicurezza nazionale.
La società cinese ha deciso di conformarsi alla richiesta e venderà dunque l’APP entro la scadenza fissata al giugno del 2020.
Facendo riferimento proprio al caso Grindr, nel presentare il cigno grigio del controllo sui capitali cinesi da parte degli Usa, Hafeez ha detto: “Potremmo assistere a una mossa più estrema verso quella direzione, in cui gli Stati Uniti direbbero che quasi tutti gli investimenti cinesi in Usa devono essere interrotti. (Una tale decisione) verrebbe vista inserita in un contesto di guerra fredda tra Stati Uniti e Cina“. Certo si tratterebbe di un bel dietrofront, soprattutto alla luce dei tentativi che, almeno sulla carta, Pechino e Washington stanno facendo per evitare l’escalation di una guerra commerciale iniziata 18 mesi fa, magari scrivendo anche la parola fine.