UnipolSai: meglio del Ftse Mib. Dividend Yield al 6%
Tra i titoli che spiccano per performance YTD a Piazza Affari troviamo UnipolSai. Con una performance del 22,5% da inizio anno, UnipolSai batte del 5% il Ftse Mib e quasi del 10% l’indice Euro Stoxx Insurance.
Interessante notare che da un punto di vista grafico, nonostante la forte corsa che ha caratterizzato l’equity story YTD, UnipolSai mantiene un’intonazione positiva. Ce lo dimostra la buona volatilità del titolo congiunta con le indicazioni provenienti da RSI. L’oscillatore infatti è andato in forte ipercomprato a marzo, confermando la forza dei prezzi. Prezzi che ora puntano la resistenza statica dei 2,43 euro. Livello importante che se infranto in chiusura confermerebbe il sentiment positivo sul titolo con target interessante a 2,56 euro, massimi che il titolo non vedeva da aprile 2015. Al ribasso invece il supporto chiave è quello collocato a 2,26 euro. Se infranto darebbe sfogo ai ribassisti verso 2,2 e 2,09 euro.
A spingere in Borsa la società presieduta da Carlo Cimbri è stato il favore degli operatori legato ad alcuni fattori chiave.
Miglior rapporto rischio rendimento del dividendo nel Ftse Mib e multipli in linea coi peer
Particolarmente prezioso per gli investitori è il capitolo dividendo. Ricordiamo infatti che il Cda di UnipolSai proporrà all’Assemblea (17 aprile 2019) una cedola di 0,145 euro per azione, pari ad un dividend yield di oltre il 6%. Rendimento che vale ad UnipolSai il podio (terzo posto) tra i titoli con miglior dividend yield 2019 del Ftse Mib. Ma c’è molto di più perché UnipolSai sembra essere anche un titolo che si presta molto bene a strategie di lungo periodo. Infatti, il rapporto rischio rendimento degli ultimi 5 anni del dividendo di UnipolSai è il migliore del Ftse Mib.
Inoltre, il titolo ha beneficiato anche di uno sconto sostanzioso rispetto ai peer sul P/E 2019 che, a inizio anno era intorno alle 9 volte, contro una media di 13 delle compagnie europee danni. Col forte rialzo dei prezzi dell’azione, tale indicatore si è incrementato, pur mantenendosi in linea con i peer sia per il 2019 che per il 2020.
Conti in crescita e focalizzazione sull’assicurativo
A spingere in Borsa il titolo vi è stato anche il buon andamento del gruppo nel 2018. In particolare, l’utile consolidato nell’anno si è attestato a 948 milioni (+76% a/a), ed anche escludendo la plusvalenza di 309 milioni per la cessione della partecipazione posseduta in Popolare Vita, l’utile rimane ben al di sopra di quello del pari periodo 2017. Anche la solidità patrimoniale non ha risentito più di tanto delle turbolenze sui Titoli di Stato nella seconda metà 2018 ed il solvency ratio infatti è rimasto solido al 202%.
Al mercato inoltre è piaciuta la notizia data l’8 febbraio di quest’anno della vendita di Unipol Banca da parte di Unipol (la holding che controlla UnipolSai) a BPER Banca. Mossa che di fatto ha alleggerito il gruppo da un istituto di credito che non ha performato bene negli ultimi anni e concentrato ancora di più le energie della società sul comparto assicurativo, in linea con quanto più volte dichiarato dal Management del Gruppo.
Battuti i target di Piano
Prossimo market mover importante per il titolo sarà sicuramente la pubblicazione del nuovo piano industriale 2019-2021 previsto per il 10 maggio di quest’anno. Probabilmente la concentrazione sul core business assicurativo assumerà ancora maggior rilievo, dopo la vendita di Unipol Banca.
Molta l’attesa del mercato, anche in virtù del fatto che il management ha superato i target principali dichiarati nel vecchio Piano Industriale 2016-2018. Infatti, nel periodo UnipolSai ha raggiunto un utile cumulato di circa 1,9 miliardi, contro il range di 1,4-1,6 miliardi dichiarato. Risultato che ha permesso una distribuzione agli azionisti maggiore delle attese. Il management infatti aveva come obiettivo quello di distribuire 1 miliardo di dividendi, mentre i dividendi distribuiti sono stati pari a 1,173 miliardi.
E sempre nel periodo di piano il management ha saputo consolidare la leadership sul comparto danni, con una quota del 21% in Italia ed ha conquistato quella relativa alla vendita di prodotti assicurativi con black box, raggiungendo le 3,8 milioni di polizze vendute fino ad oggi. Ricordiamo anche il risultato che il management ha ottenuto in termini di brand reputation. Unipol infatti è stata la prima azienda italiana per reputazione nel settore finanziario secondo la classifica 2018 Italy RepTrak®.
Sono diverse le sfide di cui il nuovo Piano Industriale dovrà tener conto
Che il Business Plan sia molto atteso dagli operatori di Borsa ce lo confermano anche le tante sfide che nei prossimi anni impegneranno il comparto assicurativo italiano e dunque anche UnipolSai.
Diverse infatti sono le criticità che il gruppo potrà dover affrontare, a partire da eventuali cambi nella regolamentazione. Il settore assicurativo infatti è molto regolato e tutte le società dovranno saper far fronte ad eventuali cambi di normativa. Da anni è in corso ad esempio la riforma della normativa sull’RC Auto. Tema su cui in effetti UnipolSai si è mossa in anticipo e non dovrebbe subire impatti particolari, garantendo già agli assicurati che installano una “black box” un consistente sconto, in linea con quanto espresso dal legislatore.
Tema delicato invece è quello dei tassi d’interesse che ormai da diversi anni sono su valori molto bassi. Questo rende più difficile la compensazione dell’andamento tecnico con quello finanziario. In generale infatti in passato le assicurazioni accettavano un sacrificio sui margini della gestione assicurativa, perché compensato dai benefici della gestione degli investimenti, legati al loro ciclo finanziario inverso (incasso dei premi prima del pagamento dei sinistri). Ora con i tassi bassi è tutto più difficile e bisogna essere molto efficienti anche sulla parte assicurativa.
Le difficoltà aumentano anche da un punto di vista competitivo, per l’ingresso nel settore assicurativo anche delle banche e di Poste che dopo la conquista della parte vita, cercano ora di diversificare sulla parte danni. Banche a cui si aggiungono anche i nuovi operatori come per esempio Amazon e Google, che non sapendo più dove investire la cassa tentano di aggredire anche il sistema assicurativo online.