UniCredit brinda a utili e parole Orcel. Titolo vola in Borsa
UniCredit ha dato oggi il via ufficiale alle trimestrali delle banche italiane, annunciando conti decisamente migliori delle attese e premiando i suoi azionisti con un maxi regalo, fatto di dividendi e buyback.
Positiva anche la guidance per il 2023, mentre il fattore Russia non sembra preoccupare il ceo Andrea Orcel.
La pubblicazione dei conti ha avuto un effetto immediato sul titolo di Piazza Gae Aulenti, che accelera al rialzo balzando di oltre il 9%, oltre la soglia dei 17 euro.
Con il rally di oggi, le azioni UCG portano il rally di inizio anno a +30%.
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UniCredit annuncia risultati record IV trimestre
UniCredit ha annunciato di aver riportato “risultati record nel quarto trimestre del 2022 e i migliori risultati Full Year del decennio”.
In particolare, nella nota si legge che “il Gruppo, esclusa la Russia, ha conseguito una crescita record dei ricavi sostenuta dal contesto favorevole dei tassi d’interesse e dal forte slancio commerciale. Questo ha determinato ricavi netti pari a €4,7 miliardi nel quarto trimestre del 2022, in rialzo del 34,9 per cento anno su anno, e di €18,1 miliardi per il FY22, con un incremento del 14,7 per cento anno su anno”.
“Il risultato riflette l’elevata redditività aggiustata per il rischio, con raggiungimento degli obiettivi su tutte le leve chiave e in tutti i business, sostenuto dalla significativa crescita del margine di interesse” (quest’ultima, sostenuta dal rialzo dei tassi avviato dalla Bce).
Esclusa la Russia, UniCredit ha riportato nel quarto trimestre del 2022 un utile netto di €1,4 mld, in rialzo del 7,9 per cento trim/trim e in rialzo del >100 per cento a/a; un RoTE al 12,2 per cento, in rialzo di 0,8 p.p. trim/trim e in rialzo di 6,9 p.p a/a; un EPS diluito a €0,73, in rialzo del 10,9 per cento trim/trim e in rialzo del >100 per cento a/a.
Il CET1 ratio di Gruppo (contabile) è pari al 16,00 per cento, in rialzo di 59 pb trim/trim e in rialzo 97 pb a/a; il CET1 ratio di Gruppo (proforma) è pari 14,91 per cento, in rialzo 78 pb a/a.
Maxi regalo di Orcel agli azionisti
Annunciata la distribuzione di una maxi remunerazione agli azionisti, sotto forma di dividendi e di buyback:
I risultati eccellenti e l’attenzione a rendimenti sostenibili e attrattivi sono comprovati da una distribuzione relativa al 2022 pari a €5,25 miliardi, con un aumento pari a €1,5 miliardi rispetto all’anno precedente, con una proposta di dividendo in contanti di €1,91 miliardi e riacquisto di azioni proprie di circa €3,34 miliardi, soggetta all’approvazione degli organi di vigilanza e degli azionisti
Sul buyback, la banca guidata da Andrea Orcel ha precisato che “UniCredit intende eseguire il riacquisto di azioni proprie
in due tranche, la prima pari a circa €2,34 miliardi, da avviare immediatamente dopo l’approvazione da parte dell’Assemblea Ordinaria degli Azionisti calendarizzata per il 31 marzo 2023, mentre la seconda, pari circa a €1,0 miliardo, è attesa durante la seconda meta del 2023 successivamente al completamento della prima tranche”.
La crescita anno su anno del EPS diluito FY22 del 58,1 per cento, o del 75,6 esclusa la Russia rispecchia la migliore creazione di valore per gli azionisti, ulteriormente rinforzata dalla crescita in termini assoluti e accresciuta dal riacquisto di azioni proprie relative all’esercizio 2021. Il proposto dividendo in contanti pari a 1,91 miliardi, in rialzo del 63 per cento e che corrisponde a un payout ratio del 35 per cento sull’utile netto di Gruppo esclusa la Russia, rende possibile proporre un DPS pari a 98,72 centesimi di euro, con una crescita dell’ 84 per cento anno su anno, a riprova della capacità di UniCredit di generare un valore significativo per gli azionisti”.
Effetto Bce su redditività. La ‘profezia’ di Standard & Poor’s
Vale la pena mettere in evidenza il balzo del margine di interesse di UniCredit, che si è confermato superiore alle attese che già puntavano a un forte aumento della redditività della banca – così come di altre banche italiane prossime a pubblicare le trimestrali e i conti del 2022 – ,con l’effetto positivo dei rialzi dei tassi lanciati dalla Bce di Christine Lagarde, tra l’altro vicinissima a fare un nuovo annuncio.
Il Consiglio direttivo della banca centrale europea si riunirà infatti dopodomani, giovedì 2 febbraio, per comunicare le proprie decisioni di politica monetaria.
L’impressione, con i conti di UniCredit, è che si stia avverando la profezia degli analisti di Standard & Global Ratings di inizio anno.
S&P Global Ratings ha rimarcato, di fatto, di avere un oulook stabile sulle banche italiane, prevedendo un anno 2022 solido a livello di utili, proprio grazie all’effetto della Bce.
Nel corso della presentazione del suo Economic Outlook per il 2023 nell’evento “2023 Italy Annual Press Conference” Mirko Sanna, director-financial services di S&P Global Ratings, aveva messo in evidenza proprio la solidità delle banche italiane, affermando che gli istituti sono entrati nel 2023 in una situazione di solidità che “probabilmente non avevano mai avuto nella loro storia”, grazie, anche, alla politica monetaria dell’Eurotower, in particolare a quelle strette monetarie varate nel tentativo di sconfiggere l’inflazione. Strette monetarie finite nel mirino, tra l’altro, di alcuni esponenti del governo Meloni.
E la guidance di UCG è anche prudente
Tornando al caso di UniCredit, le cose potrebbero andare meglio anche rispetto all’outlook per il 2023 presentato dalla banca:
lo stesso ceo Andrea Orcel, nella conference call con gli analisti, ha definito infatti la guidance “prudente”, puntualizzando che essa si è basata su un tasso sui depositi presso la Bce che permanga a un livello di appena il 2,5%.
Il quadro potrebbe dunque anche migliorare, visto che Piazza Gae Aulenti sottolinea che tutte le cifre relative al Gruppo includono per l’appunto la Russia e si basano su uno scenario macroeconomico di lieve recessione.
Proprio questo scenario di lieve recessione potrebbe tuttavia essere smentito, e la cosa non è così improbabile, se si considera che i dati che sono stati resi noti proprio oggi dal fronte macroeconomico dell’area euro hanno messo in evidenza un Pil dell’Eurozona in crescita dello 0,1% nel quarto trimestre, molto meglio della contrazione pari a -0,1% attesa dalla platea degli economisti intervistati da Reuters.
Per ora, l’outlook per l’anno in corso annunciato da Piazza Gae Aulenti prevede ricavi netti per un valore superiore ai 18,5 miliardi di euro; il margine di interesse è stimato oltre gli 11,3 miliardi di euro, i costi a un valore inferiore ai 9,7 miliardi e il costo del rischio a 30-35 punti base.
L’utile netto di UniCredit è atteso sostanzialmente in linea con quello dell’anno 2022.
Orcel ha parlato nella call con gli analisti anche di eccesso di capitale, sottolineando che, alla fine del piano, nel caso in cui ci dovesse essere “valore nelle operazioni di M&A” la banca deciderà di integrare “la remunerazione agli azionisti”.
“Oppure, e secondo me è l’ipotesi migliore – ha aggiunto Orcel – potremo eseguire acquisizioni che aggiungono valore, se ce ne saranno”.
Fermo restando che, per il ceo, perseguire operazioni di M&A non è certo la priorità.
Equita SIM ha commentato la trimestrale di UniCredit e le indicazioni arivate dal ceo Andrea Orcel, parlando di una guidance per il 2023, che include per la Russia, “significativamente superiore rispetto alle nostre stime e al consensus”
La SIM ha definito i risultati del quarto trimestre di UniCredit “nettamente superiori alle attese”, indicando subito il fattore dividendi-buyback, con una “distribuzione complessiva per 5,25 miliardi (17% della capitalizzazione di mercato)” e la “guidance per il 2023 significativamente migliore di attese e consensus”.
Elencate le principali voci di bilancio del quarto trimestre.
- NII (margine di interesse): 3,426 miliardi (+38% su base trimestrale, +42% su base annua), meglio dei 3,094 miliardi attesi da Equita e meglio anche rispetto ai 3,170 miliardi stimati dal consensus.
- Ricavi totali: 5,719 miliardi (+18% su base trimestrale, +29% YoY), meglio dei 5,014 miliardi attesi da Equita e rispetto asi 5,151 miliardi del consensus
- Utile operativo: 3,246 miliardi (+33% QoQ, +65% YoY), meglio dei 2,459 miliardi attesi da Equita e di 2,599 miliardi previsti dal consensus.
- LLPs: -528mn (46 punti base) rispetto agli accantonamenti previsti da Equita pari a -845 miliardi (74bps) e a 851 miliardi di accantonamenti attesi dal consensus
- Utile netto post AT1 and cashes: 1,457 miliardi, rispetto ai 792 milioni attesi.