UniCredit: utili da sogno. Orcel: meglio buyback che M&A
UniCredit: tutti i numeri su utili, fatturato e margini. Cosa ha detto Orcel su M&A
UniCredit fa di nuovo la storia e alza anche il target sugli utili e dividendi: il numero uno della banca, il ceo Andrea Orcel, presenta “l’utile straordinario di 2,1 miliardi di euro” incassato nel corso del primo trimestre e parla con giornalisti e analisti di M&A, capitali in eccesso e altro, mentre il titolo UCG corre a Piazza Affari.
I numeri della trimestrale di Piazza Gae Aulenti confermano per l’ennesima volta una “trimestrale migliore di sempre”, che straccia a dir poco le stime.
L’utile straordinario di 2,1 miliardi di euro è decisamente più alto, infatti, degli 1,3 miliardi attesi dal consensus degli analisti:
merito, come dice lo stesso ceo Orcel, di “una crescita a doppia cifra dei ricavi netti, sostenuta da un margine di interesse estremamente forte e da un’ulteriore riduzione dei costi, che ha generato una leva operativa positiva”.
Ma di notizia da urlo non c’è solo la trimestrale migliore della storia. UniCredit punta sempre più in alto, al punto da migliorare la guidance per l’intero 2023, ma anche il target sui dividendi da distribuire agli azionisti.
E il mercato brinda anche se, dopo un boom di buy che ha portato le quotazioni a volare di oltre il 6%, la febbre UniCredit si raffredda, portando il titolo a segnare un rally – sempre di tutto rispetto – superiore a +5%.
Orcel su utili e guidance: cosa ha detto il ceo di UniCredit
Così il ceo di UniCredit, Andrea Orcel, stando a quanto è emerso dal comunicato con cui Piazza Gae Aulenti ha snocciolato la trimestrale:
“Abbiamo continuato a generare organicamente un’elevata quantità di capitale che ci ha permesso di essere tra i leader del settore con un CET1 ratio del 16,05%, già considerando l’intera distribuzione relativa al 2022 di €5,25 miliardi e il dividendo per cassa accantonato nel primo trimestre pari a €0,7 miliardi”.
“Il nostro profilo di liquidità è solido e la qualità delle attività in portafoglio è elevata – ha continuato Orcel – Il miglioramento delle prospettive macroeconomiche e dei tassi d’interesse, il positivo andamento del business, la nostra trasformazione in atto e le rafforzate linee di difesa ci hanno permesso di aumentare la guidance per il 2023 sulle principali metriche”.
Di conseguenza, “prevediamo un utile netto oltre i €6,5 miliardi e una maggiore distribuzione agli azionisti di almeno €5,75 miliardi”.
UniCredit: i numeri su utili, fatturato, margine & Co.
Equita SIM riassume nella nota dedicata a UniCredit le principali voci di bilancio della banca, relative ai primi tre mesi del 2023, parlando di una trimestrale ampiamente superiore alle attese e, anche, della revisione al rialzo della distribuzione dei dividendi relativa al 2023.
- Margine di interesse: 3,298 miliardi (-3% su bae trimestrale, +44% su base annua), meglio dei 3,082 miliardi attesi e dei 3,050 miliardi previsti dal consensus.
- Ricavi totali: 5,930 miliardi (+4% su base trimestrale, +18% su base annua), rispetto ai 5,267 miliardi attesi da Equita e i 5,323 miliardi attesi dal consensus.
- Utile operativo: 3,603 miliardi (+11% su base trimestrali, +35% su base annua), rispetto ai 2,842 miliardi di Equita e ai 2,916 miliardi previsti dal cosensus.
- LLPs: -93 milioni (8bps) vs -474 milioni (32bps) e rispetto ai -508 milioni del consensus
- Utile netto post AT1 and cashes: 2,064 miliardi rispetto agli 1,244 miliardi attesi.
Equita SIM ha puntualizzato che, “a livello di ricavi”, il margine di interesse NII ha superato le attese del 7%, beneficiando in misura maggiore del “rialzo dei tassi di interesse” che la Bce di Christine Lagarde continua a portare avanti nella sua lotta contro l’inflazione.
A tal proposito, occhio al BCE Day in calendario domani, giovedì 4 maggio e a cosa prevedono i mercati e gli analisti sul trend dei tassi dell’area euro.
L’effetto positivo delle strette monetarie della Bce sulle banche europee, in generale, è stato messo in evidenza tra l’altro anche da Andrea Enria, numero uno della Vigilanza della Banca centrale europea.
Tornando alla trimestrale di UniCredit, Equita SIM ha fatto riferimento anche all’ “ottimo andamento delle commissioni, che – al netto di un diverso restatement – superano le stime di quasi il 10%”.
Il rapporto cost-income (C/I) è stato definito inoltre dalla SIM milanese pari a “un eccellente 39%, rispetto al 46% atteso, spinto oltre che da maggiori ricavi anche da più bassi costi operativi, che si sono attestati a 2.3 miliardi, “4% più bassi delle attese e in calo dell’1% su base annua nonostante il contesto inflattivo”.
“Sotto la linea operativa – si legge ancora nell’analisi di Equita dedicata a UniCredit – significativa sorpresa positiva dalle LLPs (Accantonamenti per perdite su crediti, loan loss provisions), con un costo del rischio a 8 punti base che è risultato ben più basso delle nostre attese”.
Ancora, “UniCredit non segnala deterioramenti dell’asset quality (no utilizzi di overlays)”, presentando “un NPE Ratio stabile al 2.7%”.
Riguardo al “balance sheet, segnaliamo un leggero calo dello 0,8%, su base trimestrale, dei prestiti commerciali medi in bonis, mentre il calo dei depositi medi è risultato dell’1,6%, sebbene il dato a fine trimestre fosse più alto che nel quarto trimestre del 2022″.
Ottimo anche il capitale, con il CET1 che è risultato “in ulteriore incremento ad un eccellente 16,05% (rispetto al 14,9% pro forma del quarto trimestre del 2022)”.
UniCredit migliora guidance. Nuovo outlook batte il consensus
Riguardo al miglioramento della guidance, Equita ha fatto un paragone tra il nuovo e il vecchio outlook di UniCredit e le proprie stime.
- Margine di interesse (NII): superiore a 12.6 miliardi (rispetto alla guidance precedente, che puntava a un ammontare superiore a 11,3 miliardi, e rispetto agli 11,7 miliardi attesi da Equita.
- Ricavi netti: previsti a un valore superiore di 20,3 miliardi (dal precedente valore stimato superiore a 18.5 miliardi e rispetto alla “nostra stima di 18,8 miliardi”.
- Costi totali: inferiori a 9,6 miliardi, rispetto alla precedente guidance di costi superiori a 9,7 miliardi e rispetto alla stima di Equita di 9,7 miliardi.
- CoR (costo del rischio): in questo caso la guidance è stata confermata a 30-35 punti base, rispetto alle attese di un costo del rischio di 32 punti base.
- Utile netto (ante AT1, cashes e costi di ristrutturazione) : atteso ora a un valore superiore ai 6,5 miliardi, rispetto ai 5,6 miliardi attesi in precedenza.
Non solo utili, UniCredit pronta anche a dividendi più ghiotti
Non solo guidance su utili, margine di interesse e altro migliore delle attese: UniCredit ora punta a premiare gli azionisti con una remunerazione anche più ghiotta, fatta di dividendi e buyback.
Equita SIM in particolare fa notare che la banca guidata dal ceo Andrea Orcel ha migliorato anche questo target, fissando il nuovo obiettivo di distribuzione sul 2023 da ‘in linea’ con i 5,2 miliardi del 2022 ad “almeno 5.75 miliardi”, un valore che rappresenta “il 17% della capitalizzazione di mercato” di Piazza Gae Aulenti.
La remunerazione agli azionisti continua a confermarsi la priorità , come conferma lo stesso Andrea Orcel, ceo della banca, che, allo stesso tempo, ha messo in evidenza che l’istituto, per ora, non ha neanche una grande fretta nel distribuire il tesoretto agli stakeholders.
“Non stiamo usando excess capital per la distribuzione ai soci, anzi ne stiamo accumulando perché siamo prudenti”, ha detto il ceo di UniCredit, che aveva già sottolineato in passato che la banca avrebbe preso una decisione entro la scadenza del piano UniCredit Unlocked, ovvero entro il 2024, su come utilizzare il capitale in eccesso, dunque se destinare le risorse per premiare ulteriormente i soci o per avviare operazioni di fusioni e acquisizioni (M&A, mergers and acquisitions).
Orcel: meglio buyback che M&A. La frase sulla speculazione
Sicuramente, per ora, ha detto il ceo di UniCredit Andrea Orcel, “considerate le performance che abbiamo ottenuto e quelle attese vediamo molto più valore nel ricomprare le nostre azioni a questo livello che fare qualunque M&A”.
In poche parole, per il ceo meglio il buyback che una qualsiasi operazione di fusione o acquisizione di cui, nelle ultime settimane, si è tornato a parlare, in particolare, con l’opzione nozze tra UniCredit e Banco BPM tornata in auge.
Orcel ha detto quanto sottolineato in passato, ovvero che una operazione eventuale di M&A è funzionale se intesa come “strumento” atto a creare maggiore valore.
A tal proposito, il banchiere ha ammesso la presenza di “opportunità” ma ha anche avvertito che “alcuni target sono spinti dalla speculazione e non hanno senso”.
“Al momento la situazione è quella che è”, ha tagliato corto Orcel, spiegando che UniCredit vede le operazioni di buyback generare un valore superiore rispetto a quello che verrebbe creato nel caso in cui la banca decidesse di convolare a nozze con un altro istituto di credito.
Tra l’altro viene da chiedersi se per caso non siano i rumor di Borsa su imminenti ed eventuali operazioni di fusioni e acquisizioni a stroncare l’opzione delle nozze tra le banche.
Orcel ha fatto infatti notare che “un numero di target sostenuti dalla speculazione fanno sì che i livelli attuali (dei titoli) non abbiano senso”, ovvero che alcune azioni sarebbero cresciute, fomentate dalla speculazione, a valori che non giustificano più i fondamentali degli istituti eventuali prede.
Ed è ovvio che UniCredit non vuole certo pagare oltre quello che, a suo avviso, è il prezzo giusto di un istituto.