UniCredit smentisce rumor Commerzbank, Bini Smaghi preme per grandi fusioni banche europee
UniCredit smentisce le indiscrezioni riportate ieri da Reuters, che avevano portato i mercati a focalizzarsi di nuovo sul dossier potenziale di una fusione tra l’istituto e Commezbank, dopo il flop delle trattative Deutsche Bank-Commerzbank.
Reuters aveva parlato della presunta nomina, da parte di UniCredit, degli advisor finanziari Lazard e Jp Morgan, per studiare una possibile offerta per rilevare la banca tedesca.
In realtà i rumor non erano affatto piaciuti al mercato tanto che, dopo la loro diffusione, UniCredit aveva ceduto fino a -3,89% a Piazza Affari.
L’istituto di piazza Gae Aulenti ha poi diramato una nota nella serata di ieri, su richiesta della Consob, precisando che “non è stato firmato alcun mandato relativo a possibili operazioni di mercato oggetto di indiscrezioni giornalistiche”.
Anzi, la banca è “completamente” concentrata sulla realizzazione del piano Transform 2019, basato su presupposti di crescita “organica”, ed è sulla “strada giusta” per il raggiungimento di tutti gli obiettivi dichiarati.
Proprio la scorsa settimana il numero uno di UniCredit Jean-Pierre Mustier, in occasione della presentazione dei conti del primo trimestre 2019, aveva glissato circa il possibile interesse a operazioni di M&A fuori dai confini italiani, rimarcando come le fusioni in Europa fossero “molto complicate” e come UniCredit, per l’appunto, puntasse su “una crescita su base organica”.
La reazione stessa del mercato ai rumor di ieri mette in evidenza come gli investitori non siano tanto entusiasti della prospettiva di un matrimonio con Commerzbank, rimasta da sola dopo il flop delle trattative per fondersi con Deutsche Bank.
Intanto il Sole 24 Ore oggi, nell’articolo “UniCredit paga in Borsa il caso Commerz”, segnala un report di qualche settimana fa firmato Mediobanca Securities, in cui veniva fatto notare che, da un punto di vista industriale, una fusione UniCredit-Commerzbank avrebbe più senso di quella su cui aveva puntato fino a qualche settimana fa Berlino, tra Commerzbank e Deutsche Bank.
Lo stesso quotidiano di Confindustria riporta tuttavia anche le dichiarazioni di Stefan Wittmann, rappresentante dei Verdi nel supervisory board di Commerzbank, che ha avvertito: “Prima di fonderci con una italiana, molto sangue dovrà scorrere”.
Una frase che conferma quanto detto dall’ex esponente del Consiglio direttivo della Bce e attuale presidente Société Générale Lorenzo Bini Smaghi che, in una intervista a Il Sole 24 Ore, auspicando grandi fusioni nel settore bancario europeo, ha fatto notare che tra gli ostacoli ci sono proprio resistenze “nazionaliste” dei vari paesi del blocco, che impediscono che vengano creati campioni paneuropei.
“Le discrezionalità nazionali sulla regolamentazione bancaria in tema di capitale e soprattutto di liquidità sono un ostacolo alle fusioni cross border. E spesso le discrezionalità regolamentari riflettono posizioni politiche dei governi nazionali”.