Ultimo appello disperato May a Parlamento UK: ‘se votate no, rischio di no Brexit’
Il rischio di uno stop alla Brexit diventa sempre più concreto. A denunciarlo, in quello che è il suo ultimo appello alla vigilia del voto cruciale del Parlamento che si terrà domani, martedì 15 gennaio, è la stessa premier britannica Theresa May. May non fa nulla per nascondere il caos politico che rischia di travolgere il Regno Unito. “Alcune persone desiderano ritardare o anche interrompere la Brexit”, afferma, stando agli estratti del suo imminente discorso che vengono riportati dalle agenzie, ma “tutti abbiamo il dovere di concretizzare il risultato del referendum del 2016”. Quella data del 29 marzo del 2019, giorno in cui in teoria il divorzio tra il Regno Unito e l’Unione europea dovrebbe concretizzarsi, viene considerata sempre più improbabile. Non solo da fonti del governo May, ma dalla stessa Bruxelles.
Secondo May, nel caso in cui l’accordo sulla Brexit che lei stessa ha raggiunto con l’Ue venisse affossato dal Parlamento, “il rischio di evitare la Brexit” sarebbe causa di “catastrofe nel breve termine”, e si tradurrebbe anche in una ”paralisi del Parlamento che non porterebbe ad alcuna Brexit”.
Intanto il Guardian ha riportato che i funzionari europei starebbero già valutando l’opzione, qualora la premier chiedesse più tempo, di spostare la data ufficiale della Brexit dal 29 marzo di quest’anno (data in cui il divorzio dovrebbe diventare effettivo) a luglio. Un funzionario Ue nello specifico ha rivelato al Guardian che, “nel caso in cui la premier dovesse sopravvivere (al voto) e informarci sulla necessità di disporre di più tempo per assicurarsi il sostegno del Parlamento, (al Regno Unito) verrebbe offerta una estensione tecnica fino a luglio“.
Ciò avverrebbe, dietro richiesta degli UK e attraverso una riunione del Consiglio europeo che verrebbe convocato dal presidente Donald Tusk.
Il quotidiano britannico parla di una estensione “tecnica” a luglio, ma una estensione ancora più lunga potrebbe essere accordata nel caso in cui il caos politico del Regno Unito fosse tale da rendere necessarie nuove elezioni politiche o un secondo referendum. Tuttavia, le elezioni europee di maggio indubbiamente creerebbero più di una complicazione.
Occhio alle dichiarazioni di Liam Fox, segretario al commercio internazionale, che ha detto chiaro e tondo alla BBC di non credere che il governo di Theresa May riuscirà ad assicurarsi il voto favorevole del Parlamento nella giornata di domani, definendo di fatto “improbabile” il passaggio della proposta.
Allo stesso tempo, Fox ha affermato che il Regno Unito potrebbe sopravvivere alla prospettiva di una no-deal Brexit – ovvero una Brexit che si concretizzasse senza un accordo – , che sarebbe decisamente preferibile a una eventuale cancellazione della Brexit, che si confermerebbe invece “un disastro da cui potremmo non riprenderci più”.
Così Fox:
“Non vedo il no-deal come un suicidio della nazione. Questo non è Dunkirk, qui parliamo di lasciare l’Ue. Dovremmo cercare, nel caso in cui si presentasse lo scenario di un no deal, di mitigarne gli effetti. Ma la strada migliore è quella di accettare l’accordo che la premier ha negoziato, visto che ci permette di lasciare l’Unione europea con la minima frizione. Io credo che un no-deal danneggerebbe la nostra economia, su questo sono stato sempre chiaro, ma credo anche che potremmo sopravvivere. Mentre uno scenario di no Brexit, politicamente, sarebbe un disastro da cui potremmo non riprenderci”.