Notizie Notizie Italia Ucraina, le materie prime fanno gola non solo a Trump. La ricerca di Ersel

Ucraina, le materie prime fanno gola non solo a Trump. La ricerca di Ersel

28 Febbraio 2025 12:15

L’Ucraina non è solo un terreno di scontro geopolitico, ma anche una riserva strategica di materie prime essenziali per l’industria globale. Il recente report di Ersel Banca Privata, realizzato in collaborazione con ISPI, dal titolo “Le materie prime dell’Ucraina fanno gola, e non solo a Trump”, mette appunto in luce come il controllo delle risorse ucraine sia un elemento sempre più cruciale nel quadro internazionale, con implicazioni dirette sulle scelte politiche ed economiche delle grandi potenze. Vediamo tutto nell’analisi

La contesa sulle materie prime ucraine

In particolare, secondo l’analisi, l’Ucraina possiede circa il 5% delle risorse minerarie mondiali, nonostante rappresenti solo lo 0,4% della superficie terrestre. In particolare, la regione dello “Scudo Ucraino” ospita giacimenti di ferro, litio, titanio, nichel, rame e terre rare, fondamentali per il settore tecnologico, aerospaziale e dell’energia rinnovabile. L’interesse per queste risorse non è recente: già prima dell’invasione russa del 2022, l’Unione Europea aveva avviato un dialogo strategico con Kiev per garantirsi un accesso privilegiato a 20 delle 33 materie prime critiche individuate dalla Commissione Europea.

Trump e il nuovo “Great Game” delle risorse

L’ex presidente Donald Trump ha recentemente rilasciato dichiarazioni che hanno riacceso l’attenzione su queste risorse, suggerendo che gli aiuti statunitensi all’Ucraina potrebbero essere vincolati all’accesso ai minerali strategici del paese. Sebbene la sua affermazione possa apparire provocatoria, riflette una dinamica già in atto: la crescente competizione tra Stati Uniti, Europa e Cina per il controllo delle catene di approvvigionamento di materie prime essenziali per la transizione energetica e tecnologica.

Implicazioni economiche e strategie di investimento

L’area investimenti di Ersel sottolinea come questa situazione abbia ripercussioni dirette sui mercati finanziari. Da un lato, la volatilità geopolitica accresce i rischi per le aziende europee e americane che dipendono dalle materie prime importate. Dall’altro, le tensioni potrebbero favorire investimenti mirati in settori strategici, come l’estrazione mineraria e la raffinazione delle risorse critiche, che potrebbero attrarre capitali in un’ottica di diversificazione delle fonti di approvvigionamento.

Una corsa che ridefinirà gli equilibri globali

Il report di Ersel evidenzia come la guerra in Ucraina non sia solo una questione territoriale, ma anche economica e industriale. Il futuro della ricostruzione ucraina dipenderà dalla capacità del Paese di sfruttare le proprie risorse, mentre gli attori globali cercheranno di posizionarsi strategicamente per garantirsi un accesso privilegiato a questi asset fondamentali. In un mondo sempre più polarizzato, il controllo delle materie prime ucraine potrebbe diventare una delle variabili chiave per la ridefinizione degli equilibri geopolitici ed economici nei prossimi anni.