Notizie Notizie Mondo UBS, 2018: “Pronti per il secondo tempo”

UBS, 2018: “Pronti per il secondo tempo”

10 Luglio 2018 16:40

Nella prima parte dell’anno i mercati hanno risentito delle tensioni geopolitiche, del timore di una guerra commerciale, della correzione dell’obbligazionario americano e delle incertezze politiche italiane.
Anche il secondo semestre non sarà esente da rischi, legati in particolare alle crescenti tensioni commerciali, ma anche ai timori di decelerazione dell’eurozona. Con simili scenari, quale potrebbe essere un’allocazione efficiente di portafoglio? Come affrontare i possibili rischi? Ci sono anche opportunità? Questi gli interrogativi a cui tenta di dare una risposta la nuova di UBS House View – Investor’s Guide, intitolato “Pronti per il secondo tempo”.

Come scrive nell’editoriale allegato al report Matteo Ramenghi Chief Investment Officer UBS WM Italy, gli investitori si interrogano sull’impatto derivante dalla fine delle politiche espansive delle banche centrali. 

“Per i mercati obbligazionari la risposta è semplice e deve indurre alla cautela: i rendimenti sono destinati ad aumentare e, conseguentemente, il valore di mercato delle obbligazioni a scendere (…) Per quanto riguarda l’azionario, il cambiamento delle politiche monetarie contribuirà ad aumentare la volatilità, ma non sarà necessariamente un freno alle performance. Saranno, infatti, soprattutto le valutazioni del mercato azionario, ancora ragionevoli, e la redditività delle società a determinare le performance”.

Da qui UBS conferma un approccio cauto sull’obbligazionario – con sottopesi sui titoli di Stato con rating più elevato e sull’high yield in euro – e un sovrappeso sul mercato azionario.

“Questo mese prendiamo profitto sul sovrappeso sull’azionario canadese contro la Svizzera e chiudiamo il sovrappeso sull’azionario dei mercati emergenti, che potrebbero risentire della forza del dollaro. Per la stessa ragione, riduciamo il sovrappeso sulle obbligazioni emesse da Paesi emergenti in valuta forte. Infine, chiudiamo il sovrappeso sul CAD contro l’USD per via delle tensioni riguardo la rinegoziazione del NAFTA”.

Temi principali per il secondo semestre: dal protezionismo….

Fino a che punto arriverà il protezionismo degli Stati Uniti e quali saranno le sue conseguenze? Così si chiedono gli analisti di UBS secondo cui nei prossimi sei mesi sarà necessario monitorare l’evoluzione delle tendenze protezionistiche.

“I dazi imposti finora non sono di entità economicamente significativa e le dispute commerciali in corso coinvolgono solo gli Stati Uniti, mentre gli altri Paesi non hanno cominciato ad applicarsi tariffe a vicenda. (….) Tuttavia, la situazione continua a deteriorarsi a causa delle misure ritorsive, anche se sappiamo bene che può cambiare tutto con un tweet”.

…alla stabilizzazione dell’economia dell’eurozona

Per quanto riguarda l’economia dell’eurozona l’attesa è per una stabilizzazione. La BCE manterrà un atteggiamento attendista finché una serie di pericoli – quali la Brexit, la guerra commerciale e la politica italiana – non saranno rientrati.

“Secondo le nostre attese, l’istituto comincerà ad alzare i tassi a settembre 2019. La Germania mostra ancora fondamentali robusti, ad esempio sul fronte della fiducia dei consumatori, dell’edilizia e dei piani di spesa in conto capitale. In Francia, le riforme di Macron dovrebbero iniziare a imprimere slancio alla crescita del PIL. L’Italia va probabilmente incontro a una moderazione della crescita, a causa dell’incertezza legata alle politiche governative. La Spagna registra ancora una solida espansione, che però dovrebbe normalizzarsi. Nelle nostre proiezioni, la Catalogna continuerà a far parte della Spagna”.

La crescita sincronizzata dell’economia mondiale – dice UBS – ha ceduto il passo a un’espansione globale più trainata dagli Stati Uniti. Preferiamo quindi ridurre le posizioni che possono risentire della forza dell’USD.

“Chiudiamo il sovrappeso sull’azionario emergente e dimezziamo l’esposizione al debito sovrano emergente (…)  Rimaniamo in sovrappeso sull’azionario globale, ma ci siamo preparati a un aumento della volatilità e dei rischi residuali facendo ricorso a posizioni anticicliche, tra cui un sovrappeso sui Treasury a 10 anni”.