Ubi Banca premiata da S&P, dopo il cda si riuniscono soci storici. Prezzo ops Intesa è giusto? Emergono dubbi
Ieri il cda straordinario, oggi la riunione di urgenza, a Palazzo del Monte di Bergamo, il quartiere generale della famiglia Bosatelli, di alcuni dei soci storici nel Car, che aggrega il 18% del capitale sociale di Ubi Banca. Gli azionisti di Ubi si riuniranno per esaminare l’ops che, a sorpresa, è arrivata due notti fa da Intesa SanPaolo. Ieri il ceo di Ubi Victor Massiah ha chiarito, in una lettera ai dipendenti, che una eventuale fusione con Cà de Sass non è assolutamente scontata.
Arriva intanto la promozione di S&P sul titolo di Ubi Banca.
A distanza di qualche giorno dall’annuncio, l’agenzia di rating americana pone in “CreditWatch positive” i giudizi di Ubi Banca, con implicazioni positive.
Tornando alla lettera ai dipendenti diramata dopo il cda straordinario, Massiah ha sottolineato che l’Ops di Intesa Sanpaolo “non era concordata né a conoscenza del nostro cda e del nostro management”. Di conseguenza in questa situazione, ha aggiunto, “è molto presto per trarre considerazioni, ma è importante sottolineare come questa operazione rappresenti, per il momento, solo una proposta che, prima di diventare progetto, dovrà passare attraverso un complesso, e per nulla scontato, iter autorizzativo delle autorità vigilanti e di approvazione da parte delle assemblee”.
Da Intesa SanPaolo trapela invece fiducia nella buona riuscita dell’operazione, come hanno confermato le dichiarazioni del presidente Gian Maria Gros-Pietro.
“Vedo che l’operazione è piaciuta al mercato”, ha detto, riferendosi alla reazione, subito dopo la notizia, del titolo Ubi Banca, volato del 24% circa per avvicinarsi al prezzo dell’Ops che è pari a 4,254 euro.
“Io dagli azionisti mi aspetto sì una risposta positiva. Se io fossi un azionista darei una risposta positiva, vista la valutazione che il mercato ha dato. Se fossi un azionista sarei contento di come è cambiato il valore del mio titolo dalla mattina alla sera”.
Gros-Pietro, che ha parlato ieri a margine dell’esecutivo dell’Abi, ha tenuto a ribadire che l’offerta è rivolta “a tutti gli azionisti, sia quelli di Intesa Sanpaolo sia quelli di Ubi”. Detto questo, “massimo rispetto” per il cda di Ubi, che si è tenuto appunto nella giornata di ieri.
C’è tuttavia un fattore che non sarà sfuggito sicuramente a Gros-Pietro. Ieri il titolo Ubi Banca si è portato a una valutazione superiore del 2% rispetto al prezzo dell’ops. Il che fa sorgere una domanda più che spontanea: il prezzo presentato da Carlo Messina, numero uno di Intesa SanPaolo, e dal management in generale della prima banca italiana, è davvero giusto? E’ vero che oggi Ubi Banca ritraccia in Borsa, segnando un lieve ribasso a 4,295, a un soffio dal prezzo dell’ops. Ma fonti vicine ai grandi azionisti di Ubi Banca hanno riferito all’Ansa che “i valori dell’offerta sono lontani da quelli che ci si aspettava”.
L’offerta di Intesa valuta il patrimonio netto circa 0,6 volte, secondo i calcoli degli analisti. Ieri un editoriale del Financial Times aveva inoltre sottolineato che “gli azionisti di Intesa fanno una buona operazione”, mentre “quelli di Ubi non dovrebbero vendere troppo presto”.
Equita SIM dirama intanto una nota, ricordando che il suo rating su Ubi Banca è “hold”, con un target price a 4,1 euro, rispetto ai 4,32 euro della chiusura del titolo alla vigilia.
La SIM parla del cda straordinario di Ubi che si è tenuto nella giornata di ieri, scrivendo che “il cda prende tempo per valutare l’offerta di ISP (Intesa SanPaolo)”.
“Come era ragionevole attendersi il CDA di UBI ha deciso di rimandare il giudizio sull’offerta di acquisto di ISP ad un’analisi più approfondita – che sarà basata in primis sul documento di offerta che è atteso essere depositato entro il 7 marzo. L’offerta è subordinata al raggiungimento del 67% di UBI ma ISP si è riservata di procedere con l’operazione anche con adesioni del 51%“