Uber: maxi intesa da 10 mld $ con Softbank, i giapponesi impongono cambio governance e stop cause legali
Softbank è pronta a entrare in forze nell’azionariato di Uber. Il gruppo nipponico, guidato dal magnate Masayoshi Son, sarebbe a capo di un consorzio di investitori pronti a staccare un assegno da complessivi 10 miliardi di dollari con l’offerta che rimarrà valida per un mese e prevede diverse condizioni, tra cui lo stop alle controversie legali e la riforma della governance.
Softbank, stando a quanto riportato da Bloomberg, andrebbe a investire inizialmente 1 miliardo in Uber e nelle prossime settimane andrebbe ad acquistare azioni dagli investitori esistenti per un controvalore di ulteriori 9 miliardi. L’accordo valuta la società circa 70 miliardi di dollari, ma le quote azionarie dai vecchi soci verrebbero acquistate a un valore inferiore.
“Abbiamo stipulato un accordo con un consorzio guidato da SoftBank e Dragoneer su un potenziale investimento”, riporta Uber in una nota aggiungendo come tale intesa costituisca “un forte voto di fiducia nel potenziale a lungo termine di Uber” e “aiuterà ad alimentare i nostri investimenti in tecnologia e la nostra continua espansione negli Stati Uniti e all’estero, rafforzando ulteriormente la nostra corporate governance”.
Nuova governance con 6 posti in più nel board
L’accordo prevede che la società di venture capital Benchmark congeli il contezioso legale contro l’ex ceo di Uber, Travis Kalanick; quest’ultimo invece si impegna a permettere a Softbank di accaparrarsi due posti nel consiglio di amministrazione. Riforma della governance che negli ultimi giorni ha visto il voto all’unanimità del board volto a eliminare i diritti di voto extra concessi fino ad ora ai fondatori Kalanick e Garrett Camp e ai primi investitori, tra cui lo stesso fondo Benchmark che è stato il più attivo nel chiedere le dimissioni di Kalanick coinvolto anche in uno scandalo sessuale. La causa di Benchmark contro Kalanick è volta a chiedere l’obbligo di restituzione del controllo dei tre posti nel board.
L’accordo con Softbank prevede l’ampliamento del board con 6 posti in più (da 11 a 17).
L’accordo porterebbe Softbank a detenere il 14% di Uber con una valutazione di poco inferiore a 70 mld di dollari, ben sotto i 100 miliardi indicati da Benchmark, che detiene il 13% di Uber. Benchmark è dubbiosa quindi circa la valutazione della società che nell’arco dei prossimi 2 anni dovrebbe sbarcare in Borsa. Kalanick ha già chiarito che non cederà la sua quota del 10%.