Notizie Notizie Mondo Trump spinge per taglio tassi Usa 1%, ma la Fed di Powell lo snobba e fa anche il falco

Trump spinge per taglio tassi Usa 1%, ma la Fed di Powell lo snobba e fa anche il falco

2 Maggio 2019 08:59

Non c’è alcun dubbio sul fatto che, in questo modo, Jerome Powell rischi di far esplodere di rabbia il presidente americano Donald Trump che, fino all’altro giorno, è tornato a invitare la Federal Reserve a tagliare i tassi di interesse. E invece, dal comunicato che ha accompagnato ieri l’annuncio della decisione della Fed sui tassi (lasciati invariati nel range compreso tra il 2,25% e il 2,5%), emerge che Powell si è mostrato più falco che colomba.

Una sua parola, in particolare, ha freddato i mercati e avrà fatto andare su tutte le furie la super colomba Donald Trump che, tra gli assist all’Election Day del 2020, pretende che ci sia anche quello della banca centrale. D’altronde, lo ha detto lui stesso diverse volte e non senza una certa stizza: l’amministrazione di Barack Obama ha beneficiato di un periodo di politica monetaria espansiva e di tassi bassi.

La sua, invece, ha dovuto fare i conti con diverse strette monetarie e sta facendo tuttora i conti con il Quantitative Tightening.

Ma Powell ha fatto di testa propria: non solo non ha parlato della necessità di tagliare i tassi, ma ha anche detto di credere che il recente indebolimento delle pressioni inflazionistiche è “transitorio”. Parola che lascia pensare che il numero uno della Fed sia più che pronto a intervenire alzando i tassi.

Da segnalare che il target di inflazione della banca centrale Usa è pari al 2%, mentre il tasso sui cui Powell & Co. si concentrano per monitorare il trend della crescita dei prezzi è la componente core del PCE, rallentata a sorpresa dell’1,6% nel primo trimestre, tanto da portare i futures sui fed funds a scommettere su un taglio dei tassi di 25 punti base entro il mese di dicembre.

La reazione dei mercati alle parole di Jerome Powell è stata immediata, con i tassi sui Treasuries Usa a due anni balzati al 2,30%, rispetto al 2,20% precedente il comunicato della Fed. Lo scorso martedì, Donald Trump era tornato tra l’altro a criticare la Fed, auspicando al contempo un taglio dei tassi dell’1% e il ripristino del programma di Quantitative easing.

Negativa la reazione di Wall Street, con il Dow Jones che ha chiuso la sessione cedendo più di 160 punti, a 26.430,14 punti, il Nasdaq Composite sceso dello 0,6% a 8.049,64 punti e lo S&P 500 che ha riportato la sessione peggiore dallo scorso 22 marzo, scendendo dello 0,8% a 2.923,73 punti.

Il Dollar Index è salito a 97,616 dal minimo precedente di 97,149. L’euro-dollaro è tornato in area $1,12 dopo essere salito fino a $1,1265, mentre il rapporto dollaro-yen si è rafforzato fino a JPY 111,14 rispetto al minimo di JPY 111,03.

Certo, il presidente della Fed non ha fatto finta di nulla. “Nel caso in cui dovessimo assistere a un’inflazione che scendesse in modo persistente, allora la commissione se ne preoccuperebbe e ne prenderebbe atto nelle sue decisioni di politica monetaria”.

Ma non è questo lo scenario su cui Powell scommette, visto che “il nostro sospetto è che si stiano dispiegando fattori transitori” che fanno pressione sull’inflazione.

Tra gli analisti Michael Schumacher, direttore delle vendite presso Wells Fargo, ha fatto notare comunque anche l’indecisione della Fed, visto che la banca centrale non ha dato alcun segnale di voler muoversi in una certa direzione piuttosto che in un’altra, sebbene abbia parlato di miglioramento dei fondamentali economici a livello globale e di rischi minori che arrivano dal commercio e dalla Brexit. Ed è questo che al mercato non piace: il fatto che praticamente Powell & Co. tengano i piedi in due scarpe.

Il mercato stava prezzando un taglio dei tassi – ha commentato alla Cnbc Peter Boockvar, di Bleakley Advisory Group – Il mercato vuole un taglio dei tassi, ma Powell sta praticamente dicendo: ‘Scusate, ma noi non lo vogliamo. Ed è per questo che l’oro va giù, il dollaro segna un rally e i Treasuries sono colpiti da un sell off”.

Schiaffo ai mercati ma anche al presidente Trump. Alla domanda sull’appello del presidente Usa di tagliare i tassi dell’1%, Powell è stato d’altronde irremovibile: “Non siamo una istituzione politica. Studiamo i dati e agiamo”.