Trump annuncia dazi acciaio e alluminio e zavorra il sentiment di mercato. Alert ING su questo settore
Sentiment sui mercati globali zavorrato dall’annuncio di Trump, che ha deciso di imporre dazi doganali del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio. La notizia ha immediatamente scatenato pesanti sell off a Wall Street, dove il Dow Jones, nei minimi intraday, è capitolato fino a 586 punti, per poi chiudere in ribasso di oltre 420 punti, -1,7%, a 24.608,98. Vendite in Asia e soprattutto alla borsa di Tokyo, che ha chiuso l’ultima sessione della settimana scivolando del 2,5%.
Immediata la reazione dei leader di tutto il mondo. Il Canada ha indicato l’intenzione di rispondere ai dazi doganali Usa con proprie misure. L’Unione europea ha dichiarato che “reagirà in modo fermo e commisurato” per difendere i propri interessi. Il ministro del Commercio del Giappone ha tenuto a precisare che le esportazioni giapponesi di acciaio non sono una minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
Il presidente Usa ha detto che i dazi doganali scatteranno la prossima settimana, e ha garantito che dureranno “per un lungo periodo di tempo”.
La Casa Bianca ha diramato un comunicato per precisare che la decisione sulle tariffe è stata presa per “proteggere le aziende che operano negli Usa e i lavoratori dai prezzi bassi dell’acciaio estero”.
Il dipartimento del Commercio Usa, a tal proposito, ha affermato che diverse fabbriche hanno chiuso i battenti in America negli ultimi anni, e che migliaia di posti di lavoro sono andati perduti.
“Continueremo a proteggere i lavoratori americani“, ha detto Sara Sanders, portavoce della Casa Bianca.
Diversi in queste ore gli appelli lanciati dalla stessa Corporate America: cresce il timore che le politiche commerciali improntate al protezionismo che l’amministrazione Trump intende promuovere possano alla fine danneggiare sia le aziende americane che i consumatori, che dovranno fare i conti con prezzi dei beni di consumo più elevati.
A livello settoriale, occhio alla nota di Oliver Nugent, analista di ING, che ha affermato che l’imposizione dei dazi potrebbe far salire i premi sull’alluminio, che sono già vicini al record in tre anni e che a questo punto sarebbero destinati ad aumentare ulteriormente.
Sullo sfondo, attenzione al calo dei titoli di società non Usa, attive nel settore dell’acciaio e del settore auto – che fa ampio uso di prodotti di acciaio e di alluminio-.
Alla borsa di Tokyo, sono scesi JFE Holdings, Nisshin Steel e Kobe Steel. Giù anche Honda Motor e Toyota Motor.
A Seoul, segno negativo per Posco e Hyundai Steel, così come per Hyundai Motor.
Alla borsa di Shanghai, in rosso Baoshan Steel, Aluminum Corporation of China (Chalco).
Tra le reazioni, si mette in evidenza la rabbia dell’industria dell’acciaio cinese. “Questa è una misura di protezionismo stupida, che invece di rafforzare tenderanno solo a indebolire gli Stati Uniti”, è sbottato Li Xinchuang, vice presidente dell’associazione China Iron & Steel Assocation.
Tra l’altro, sebbene la guerra commerciale lanciata da Trump abbia come target principale la Cina, nel 2017 i paesi che hanno esportato maggiori quantità di acciaio negli Stati Uniti sono stati il Canada, seguito dal Brasile, dalla Corea del Sud, dal Messico e dalla Russia. Altri paesi esportatori in Usa sono anche e soprattutto la Turchia, il Giappone, Taiwan e la Germania.