Trimestrali: le regole per gli investitori e l’esempio Meta
Dopo un periodo in cui i dati sull’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse sono stati i protagonisti, i conti dovrebbero tornare ad essere il centro dell’attenzione degli investitori azionari. Così Axelle Pinon, membro del comitato d’investimento di Carmignac, che evidenzia i principali temi da osservare attentamente in questa stagione delle trimestrali.
“Il 2022 non è stato un anno facile per gli investitori azionari. Abbiamo assistito a un calo significativo delle valutazioni dei principali indici, intensificato da alcuni segmenti di crescita speculativa, ma non dobbiamo farci ingannare dal fatto che le valutazioni di tutti i titoli sono ormai economiche”, sostiene Pinon.
Focus sui titoli da monitorare secondo Carmignac
In questa stagione delle trimestrali, continua l’analista, “crediamo che solo i titoli con margini di profitto solidi e un debito relativamente basso siano in grado di resistere al potenziale impatto negativo della compressione dei margini”.
“Preferiamo quindi puntare sulla diversificazione, bilanciando i settori meno costosi e con un beta più basso, oltre a titoli growth selezionati che dovrebbero beneficiare della stabilizzazione dei tassi d’interesse”, aggiunge.
“A livello geografico, riteniamo che gli investitori debbano guardare a est piuttosto che a ovest, concentrandosi sulla Cina e, in misura minore, sul Giappone. Entrambi i Paesi stanno subendo grandi cambiamenti: il primo a seguito della riapertura dell’economia, il secondo grazie all’inversione della politica monetaria”.
“In Occidente, invece, riteniamo che il mercato statunitense sia meno interessante a causa della valutazione relativa più elevata e del maggior rischio per gli utili prospettici”.
“L’Europa, al contrario, è un mercato più orientato al value e l’eliminazione dello scoglio dell’energia limita il rischio di ribasso sugli utili prospettici” sostiene l’esperto.
“Crediamo che gli investitori debbano concentrarsi su tre punti principali in questa stagione degli utili: le aziende del settore dei beni di consumo maggiormente a rischio sono quelle con problemi di scorte non ancora risolti e quelle con un limitato potere di determinazione dei prezzi; è tutta una questione di dati reali rispetto alle previsioni. Finora, nel quarto trimestre del 2022, la decelerazione è stata modesta, le aspettative sono basse, così come il posizionamento del mercato. Pertanto, in assenza di grandi sorprese, dovrebbe essere sufficiente assistere a un rally di alcuni nomi value (ristorazione, compagnie aeree, automotive), alla luce delle basse aspettative e del basso posizionamento del mercato; le aziende del settore dei beni di consumo dovranno puntare su offerte di valore, forza del brand idiosincratica e/o sull’innovazione di prodotto per sovraperformare”.
Secondo Pinon, un segmento che dovrebbe emergere dalla crisi è il settore del lusso, grazie ad un potere di determinazione dei prezzi (aziende come Hermès hanno già aumentato i prezzi di tutte le categorie di prodotti. Questi incrementi dovrebbero supportare la crescita dei ricavi per tutto il 2023) e alla ripresa dei consumi in Cina (grazie ai notevoli risparmi delle famiglie) dovrebbe favorire le vendite in Cina e nel resto del mondo”.
Infine, guardando ai titoli tech, “il business model della maggior parte delle aziende tech – enormi piani di investimento per stimolare la crescita a lungo termine a scapito della redditività a breve termine – è stato completamente messo in discussione dagli investitori nell’ultimo anno”.
Meta: esempio perfetto di ciò che gli investitori non vogliono più
“Meta, ad esempio, continua l’analista, che continua ad essere troppo aggressiva con gli investimenti in iniziative di lungo periodo nonostante le previsioni di una forte decelerazione nella crescita del fatturato, è stata l’esempio perfetto di tutto ciò che gli investitori non desiderano più”. Axelle Pinon, membro del comitato d’investimento di Carmignac, che evidenzia i principali temi da osservare attentamente in questa stagione delle trimestrali, riferendosi al caso Meta ex Facebook, guidata da Mark Zuckerberg.
“Questi venti contrari dovrebbero incidere sul settore tecnologico in questa stagione degli utili e nei prossimi mesi. Inoltre, l’espansione dei multipli dovrebbe essere molto più limitata per queste società rispetto a quanto avvenuto negli ultimi 10 anni. È improbabile che si torni a un quadro di inflazione tra lo 0 e il 2%, il che implica tassi più alti più a lungo e quindi multipli più bassi”.
“Tuttavia, alcuni titoli, come Meta, sono scambiati a livelli molto elevati (13x P/E a 1 anno), quindi la reazione dei prezzi delle azioni si baserà sui dati reali piuttosto che su quelli attesi. Qualsiasi notizia positiva sul fronte capex/opex potrebbe portare a un forte rimbalzo” conclude.