Trepidazione per verdetto Moody’s. Il consiglio del gestore: ecco come posizionarsi sul BTP future
Debito pubblico italiano: in attesa del verdetto di Moody’s, Bankitalia mette in evidenza come il rosso di bilancio dello Stato italiano abbia continuato a crescere nel mese di gennaio testando un nuovo livello record. Dalla banca centrale arrivano anche numeri poco confortanti sull’esposizione degli investitori stranieri nei confronti della carta italiana.
Nel mese di dicembre, gli investitori esteri hanno tagliato, di fatto, l’esposizione verso i bond italiani, a causa delle tensioni sulla manovra esplose nel corso delle trattative tra Bruxelles e il governo M5S-Lega, prima che un accordo venisse alla fine raggiunto.
Per la precisione, le partecipazioni detenute dagli investitori stranieri nel debito pubblico italiano si sono attestate a dicembre a 634,39 miliardi, in calo rispetto ai 647,16 miliardi di novembre. Inoltre il dato si confronta con i 681 miliardi di BTP nelle mani degli investitori stranieri di un anno prima. Praticamente, nel corso del 2018, gli investitori stranieri hanno ridotto la loro esposizione verso il debito pubblico italiano di 47 miliardi di euro.
Dai calcoli di Reuters, emerge che gli stranieri, nel mese, hanno detenuto una quota di bond sovrani italiani pari al 32,3%: la percentuale include sia gli acquisti dei bond effettuati dalla Bce nell’ambito del suo programma di Quantitative easing (QE), sia le partecipazioni straniere in mano ai residenti italiani.
La carta italiana rimane osservata speciale, in attesa del verdetto di Moody’s che, nel mese di ottobre, ha tagliato il rating sull’Italia a ‘Baa3’ da ‘Baa2’, con prospettive stabili.
Sempre Moody’s ha poi abbassato il mese scorso le proprie stime di crescita sul Pil italiano, relative al 2019, a un tasso tra lo 0 e lo 0,5%, rispetto al +1,3% precedentemente atteso.
Così Kathrin Muehlbronner, lead analyst per l’Italia di Moody’s, nel corso della Credit Trends Conference che si è svolta alla metà di febbraio, a Milano.
“Avevamo una stima dell’1,3% sulla crescita del Pil italiano. Quest’anno sarà sicuramente sotto l’1%, probabilmente un valore tra 0 e 0,5%”. Una crescita così bassa inevitabilmente si traduce in un innalzamento delle stime sul deficit-Pil, tanto che la stessa analista di Moody’s ha reso noto di prevedere un rapporto deficit-Pil al 2,5%, 5 decimali in più rispetto a quel target del 2,04% atteso dal governo M5S-Lega, rivisto tra l’altro al ribasso, dal 2,4% fissato in precedenza al 2,04%.
Così il gestore Andrea Melo contattato da Borse.it in attesa del giudizio dell’agenzia di rating:
Occhio alla dichiarazione rilasciata sempre verso la metà di febbraio da James Athey, money manager presso Aberdeen Standard Investments. Athey ha affermato che, nel corso del 2019, il tango de la muerte tra i mercati e il Tesoro italiano sarà “molto interessante”.