Notizie Notizie Mondo Trade war non risparmia nessuno: zoppica la crescita dei paesi BRIC. Ma c’è qualcuno che si salva

Trade war non risparmia nessuno: zoppica la crescita dei paesi BRIC. Ma c’è qualcuno che si salva

16 Settembre 2019 16:22

La trade war in corso tra Cina e Usa dispiegherà i suoi effetti sui BRIC, Brasile, Russia, India e Cina. Come sottolinea Craig Botham, Senior Emerging Markets Economist di Schroders per tali economie sono state ridotte le aspettative sulla crescita e si prevede anche un’inflazione più elevata rispetto alle previsioni precedenti e in gran parte ciò è dovuto a un dollaro leggermente più forte e ai prezzi più elevati di petrolio e beni alimentari.

Le prospettive dei Bric secondo Schroders

Analizzando i paesi in oggetto, partendo dalla Cina, la decisione di abbassare l’outlook per la crescita cinese è stata inevitabile – sottolinea l’esperto – considerando l’ulteriore vento contrario rappresentato dai dazi in vigore da questo mese. L’escalation della trade war rappresenta una cattiva notizia anche per la valuta dice l’esperto di Schroders. “Ci aspettiamo che dopo l’aumento dei dazi al 25% su tutte le esportazioni cinesi negli Usa, il renminbi si indebolirà ulteriormente, arrivando attorno a 7,2 rispetto al dollaro. L’aumento dei prezzi dei beni alimentari ha già spinto verso l’alto le nostre previsioni per l’inflazione e il probabile deprezzamento della valuta le spingerà ancora più su” continua Botham. Prospettive positive invece per il Brasile dover il successo della riforma sulle pensioni ha dato spinta alla fiducia e agli investimenti, contribuendo a stimolare una certa ripresa delle condizioni economiche. Ci aspettiamo – continua l’esperto – che ciò avrà un impatto positivo anche sulla valuta: il real dovrebbe essere più forte in un contesto in cui le preoccupazioni fiscali sono state gestite e la crescita si sta riprendendo, aiutando a ridurre l’inflazione.

Delude invece l’India, sebbene goda di un certo isolamento dalla trade war e dal rallentamento della crescita globale. Nonostante ciò, sottolinea l’esperto, nel 2019 il livello di attività continua a deludere le aspettative. Sul lato della politica monetaria, sembra certo che assisteremo a ulteriori tagli dei tassi di interesse, soprattutto alla luce di un’inflazione che resta bassa. Ci sono tuttavia due rischi per questo outlook: la recente debolezza della rupia (così come di altre valute emergenti) e le incerte prospettive per i monsoni. In ogni caso, alla luce del contesto di crescita e credito, ci aspettiamo un ulteriore round di easing.

Infine la Russia. Gli analisti hanno ridotto lievemente le previsioni per la crescita e continuano a ritenere – sottolinea Botham – che nella seconda metà dell’anno i progetti infrastrutturali dovrebbero supportare la crescita all’inizio del 2020. Sul lato geopolitico c’è però un rischio rappresentato dal fatto che gli Usa hanno imposto un secondo round di sanzioni alla Russia, impendendo alle banche Usa di partecipare all’emissione del debito sovrano russo, aumentando le pressioni sul rublo. Dovremmo quindi assistere a un approccio più cauto da parte della Banca Centrale, conclude l’analista di Schroders.