Torna Re Dollaro, massimi a 2 anni grazie a forza relativa dell’economia Usa
La tenuta dell’economia Usa all’interno di un contesto di rallentamento generalizzato delle altre maggiori potenze è tra i fattori che sta catalizzando gli acquisti sul dollaro, anche alla luce degli orientamenti ultra accomodanti che le banche centrali degli altri maggiori paesi stanno evidenziando nelle ultime settimane.
Oggi al Bank of Japan ha fatto sapere che manterrà i tassi su livelli molto bassi fino alla primavera del 2020 di fronte a una inflazione che stenta ad alzarsi. Le parole accomodanti della banca centrale giapponese hanno favorito la discesa dello yen nei confronti del dollaro, toccando i minimi 2019, dando una spinta sulla Borsa di Tokyo. In generale si conferma la forza del dollaro Usa sui mercati valutari alla luce della forza relativa dell’economia Usa.
Il dollar Index, che misura il biglietto verde contro un paniere di sei valute principali, si è spinto sui massimi a quasi 2 anni oltre quota 98. Rispetto ai livelli di inizio 2018 il dollar index segna un progresso del 10% circa nonostante la svolta più accomodante della Fed a inizio di quest’anno.
Di contro si conferma la debolezza dell’euro. Il cross tra dollaro ed euro con la valuta unica europea viaggia ai minimi da maggio 2017 (minimo intraday oggi a 1,1135 per l’euro/dollaro) complici anche i deboli dati di ieri su fiducia Germania e Francia.
Il Bollettino Economico della Bce pubblicato questa mattina conferma la previsione di una crescita economica debole per l’Eurozona nei prossimi mesi con gli ultimi dati che continuano a evidenziare una congiuntura debole “per effetto principalmente del rallentamento della domanda estera, accentuato da fattori specifici a livello di paese”.
Svezia: Riksbank terrà tassi negativi più a lungo del previsto
Sempre oggi è arrivato il messaggio dovish della banca centrale svedese che ha mantenuto invariato il costo del denaro con tassi negativi a -0,25%. La Riksbank prevede che il livello dei tassi rimarrà a questo livello un po’ più lungo rispetto a quanto previsto a febbraio. “Si prevede che il tasso repo sarà nuovamente aumentato verso la fine di quest’anno o all’inizio del prossimo, e che successivamente gli aumenti dei tassi si verificheranno a un ritmo un po’ più lento, rispetto alla valutazione di febbraio”, rimarca la banca centrale scandinava in una nota. La Riksbank motiva questa maggiore cautela nela politica monetaria con l’inflazione inaspettatamente bassa sia in Svezia che all’estero e l’incertezza sugli sviluppi globali.
Ieri invece la Bank of Canada ha ridotto le sue previsioni di crescita per quest’anno all’1,2% dall’1,7%, e ha abbandonato il linguaggio sull’eventuale necessità di futuri rialzi dei tassi dal suo statement di politica monetaria.