Tonfo Shanghai -3% dopo annunci People’s Bank of China: taglio RRR ma anche crollo riserve valutarie
Mercati azionari asiatici sotto forte pressione, e in calo del 3% circa, nonostante la decisione della People’s Bank of China, banca centrale cinese, di immettere ulteriore liquidità nel sistema finanziario del paese attraverso il quarto taglio, quest’anno, delle riserve obbligatorie che le banche devono detenere.
Lo Shanghai Composite è sceso del 2,95%, a fronte del -2,85% del listino di Shenzen nel primo giorno di contrattazioni dalla fine della Festivitità della Golden Week. L’indice Hang Seng di Hong Kong ha ceduto lo 0,85% circa.
La mossa della People’s Bank of China è arrivata nella giornata di domenica: il taglio, pari all’1%, o 100 punti base, sarà efficace a partire dal prossimo 15 ottobre: il reserve requirement ratio (noto con l’acronimo di RRR) è al momento pari al 15,5% per le grandi banche commerciali e al 13,5% per le minori.
La notizia del taglio non è stata apprezzata dai mercati, che si sono concentrati sull’altro grande annuncio arrivato dalla banca centrale, decisamente meno confortante: quello relativo alle riserve valutarie cinesi, che sono scese a settembre di un valore equivalente a $23 miliardi, a $3,087 trilioni, dai $3,110 trilioni precedenti, dopo il calo di $8 miliardi ad agosto.
Il consensus aveva previsto una flessione decisamente più contenuta, pari a soli $500 milioni a $3,105 trilioni: quello appena annunciato è il calo delle riserve valutarie più forte dal dicembre del 2016.
Il trend al ribasso delle riserve valutarie estere detenute dalla People’s Bank of China potrebbe tra l’altro essere comfermato: finora le riserve, che sono le più grandi al mondo, sono state interessate da flutturazioni modeste, anche perchè in Cina rimangono in essere i controlli sui capitali.
Detto questo, in un contesto di peggioramento dell’outlook sulla guerra commerciale, il sentiment negativo verso l’economia cinese e il balzo del dollaro potrebbero mettere alla prova le difese del paese. Così Ken Cheung, strategist della divisione Forex di Mizuho:
“Le riserve in valuta estera della Cina dovrebbero scendere, a causa del dollaro più forte e dunque per le maggiori pressioni ribassiste sullo yuan, che potrebbero costringere la banca centrale a intervenire. Inoltre, ad aumentare dovrebbe essere anche la fuga di capitali, a causa dei rischi crescenti legati alla guerra commerciale Usa-Cina”.
Oggi lo yuan ha scontato la notizia del brusco calo delle riserve valutarie della Cina, scivolando nei confronti del dollaro dello 0,3% al minimo intraday di 6,9152, dopo essere sceso di un altro – 0,3% la scorsa settimana, più vicino al minimo dallo scorso 16 agosto, quando è scivolato fino a 6,95.