Notizie Notizie Italia Titoli di stato: perché i BTp sono più attraenti rispetto a quelli di altre economie

Titoli di stato: perché i BTp sono più attraenti rispetto a quelli di altre economie

13 Novembre 2018 15:57

Ancora protagonista oggi sui mercati finanziari l’Italia nella giornata in cui deve rispondere alle osservazioni mosse dalla Commissione europea sulla legge di bilancio 2019 sonoramente bocciata da Bruxelles che minaccia così’ il paese dell’apertura di una procedura di infrazione. E anche questa volta a risentire della tensione sui mercati è lo spread tra Btp e Bund tedesco che spinge sull’acceleratore e supera i 310 punti base contro i 304 della chiusura di lunedì e i 305 dell’apertura. Il rendimento del decennale italiano è al 3,48%.

E’ da maggio scorso che il differenziale di rendimento tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi viaggia sull’ottovolante segnando periodi di alti e bassi, con forti conseguenze sull’economia come ha recentemente reso noto Bankitalia, secondo cui finora lo spread è già costato ai contribuenti italiani “quasi 1,5 miliardi di interessi in più negli ultimi sei mesi, rispetto a quanto si sarebbe maturato con i tassi che i mercati si aspettavano ad aprile”.

Perché I BTP convengono: parola all’analista

Ma i BTp convengono e sono attraenti, parola di Nick Wall, co-gestore del fondo Merian Strategic Absolute Return Bond. Al momento i BTP scambiano a prezzi più bassi rispetto ad altri debiti periferici, ad eccezione della Grecia, sebbene gli spread tra Grecia e Italia si siano notevolmente ridotti. I Titoli di Stato italiani a livello di valutazioni – dice l’analista – sembrano molto attraenti rispetto a quelli di altre economie periferiche in Europa e ai Bund e spiega anche perché. In primis perché offrono rendimenti elevati per investitori europei e statunitensi che si proteggono dal rischio valutario. Poi sono anche molto economici se si considera la loro media, opposta rispetto alle valutazioni storiche, e se il rischio di ridenominazione è sopravvalutato. Infine, “alla luce delle emissioni nette negative all’avvicinarsi della fine dell’anno e l’assenza di rischi di downgrade sul breve termine, i bond italiani potrebbero avere buone performance nel corso dei prossimi mesi” aggiunge l’analista.

“Tuttavia, in un’ottica di più lungo periodo” – conclude Wall – “visti i fondamentali, le performance dovrebbero affievolirsi. Il Governo italiano è pronto a tollerare rendimenti più alti per spingere verso un cambiamento politico a livello europeo, che potrebbe comportare multe, sospensione dei fondi strutturali e rischio di un downgrade a junk (che potrebbe portare a un ampio sell-off). La diminuzione delle debolezze periferiche ha rappresentato un buon affare, anche quando la situazione economica era complessa, dato che l’UE è sempre stata un progetto politico; tuttavia, sta diminuendo il supporto politico verso l’attuale leadership europea, rendendo tale trade più complesso per gli investitori”.