Titoli di Stato 2023: come sta andando. Focus BTP e BOT
Il Tesoro italiano (Mef) procede con le emissioni di BTP e BOT previste per il 2023: anno in cui non solo l’Italia, ma l’intera area euro si appresta a emettere nuovo debito a livelli storici record, per finanziare le misure di sostegno lanciate contro l’inflazione, in particolare contro il caro-energia, varate dai vari governi.
La settimana si è conclusa oggi con l’emissione di BOT.
Ieri erano andati invece di scena i BTP a 7 e 10 anni e il BTP indicizzato, per un valore complessivo di 5 miliardi di euro.
Come stanno andando le aste?
Intanto, il calendario si conferma fitto, come previsto.
In un momento in cui la Bce di Christine Lagarde continua a insistere sulla necessità di continuare ad alzare i tassi dell’area euro, per cercare di scongiurare la minaccia dell’inflazione, il boom delle emissioni, con relativo boom dei costi, spaventa alcuni investitori.
Si parla d’altronde di Italia, terza economia dell’Eurozona, assillata dal problema del rapporto debito-Pil sempre troppo elevato.
Detto questo, l’ansia emissioni non ha provocato terremoti allo spread BTP-Bund, dunque nel mercato secondario, almeno dall’inizio del 2023, dopo la scossa del 15 dicembre del 2022 innescata dalla Bce più hawkish sui tassi, pronta a lanciare anche il QT. Una scossa che aveva portato i tassi dei BTP decennali a volare al di sopra dei bond della Grecia.
Va detto allo stesso tempo che i tassi dei BTP a 10 anni hanno superato di nuovo ampiamente la soglia del 4%, in un contesto in cui la mole di titoli di stato pronti a inondare il mercato non fa sicuramente da assist alla carta italiana.
Titoli di Stato: occhio a emissioni imminenti BTP
Nella giornata di ieri il Tesoro ha comunicato che il prossimo 31 gennaio saranno emessi titoli a medio e lungo termine.
In una nota ad hoc diramata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze si legge che verrà indetta un’asta avente per oggetto la seconda tranche del BTp a 5 anni scadenza 01/04/2028 per un importo compreso tra 3,5 e 4 miliardi di euro.
Ancora, attese le emission9i della quinta tranche dei BTp a 10 anni con scadenza 01/05/2033 per un importo compreso tra 3 e 3,5 miliardi di euro e la 17ma tranche del CCTeu a 5 anni scadenza 15/04/2026 per un importo compreso tra il minimo di 1 miliardo e il massimo di 1,5 miliardi.
Titoli di Stato 2023, ecco il calendario delle nuove emissioni
Nella giornata di ieri il Tesoro ha emesso Btp a 7 e 10 anni, insieme al CCTeu a 10 anni, per un ammontare complessivo di 5 miliardi, al valore massimo del range previsto (range era 3,75-5 mld).
Per la precisione, sono stati emessi 2 miliardi di euro del Btp a 7 anni (range 1,5-2 mld) con la domanda che ha superato 3,8 mld e un rapporto di copertura è stato pari a 1,92.
Il Btp a 7 anni con scadenza novembre 2025 è stato allocato al rendimento del 3,10%.
Collocati ieri, giovedì 26 gennaio, anche 1,25 miliardi di euro di Btp a 10 anni (range 1-1,25 mld) con la domanda che ha superato 2,9 mld e un ottimo rapporto di copertura.
Emessi infine 1,75 miliardi di BTP a 10 anni indicizzati con rapporto di copertura 1,42 ed un un rendimento del 2,03%.
Oggi è toccato ai titoli di stato a breve scadenza, ovvero ai BOT semestrali, che sono stati collocati a tassi pari al 2,822%, decisamente al rialzo (+50 punti base) rispetto al collocamento della fine di novembre. La domanda è stata superiore ai 7,5 miliardi.
Va ricordato che il trend rialzista dei rendimenti era stato confermato anche nelle precedenti aste: con quella per esempio avente per oggetto i Bot a 1 anno, con i rendimenti che si erano impennati di oltre 40 punti base superando quota 3%.
Sempre in data 11 gennaio, il Tesoro comunicava l’esito dell’emissione del nuovo BTP a 20 anni, con scadenza 1° settembre 2043 e tasso nominale annuo del 4,45%, collocato il giorno precedente per un importo complessivo di 7 miliardi di euro.
Va ricordato che il Tesoro ha anticipato, riguardo alle emissioni di titoli di stato, che “nel 2023 le esigenze di finanziamento saranno determinate dalle scadenze dei titoli in circolazione che, al netto dei BOT, saranno pari a poco meno di 260 miliardi di
euro e dal nuovo fabbisogno del settore statale dell’anno che, in base alle stime preliminari coerenti il Documento Programmatico di Bilancio 2023 dello scorso novembre, dovrebbe attestarsi intorno ai 90 miliardi di euro. Tenendo conto dei prestiti del pacchetto NGEU e dell’attività di gestione delle disponibilità di cassa, con le informazioni attualmente disponibili, si prevedono emissioni lorde complessive di titoli a medio lungo termine in un intervallo tra i 310 ed i 320 miliardi di euro”.
Un fenomeno innegabile che sta caratterizzando il mercato primario, dunque queste prime aste di inizio 2023, è il rialzo dei rendimenti, dunque l’aumento del costo del servizio del debito del made in Italy. Fenomeno largamente atteso, vista l’impennata dei tassi. E fenomeno che non si sta manifestando certo solo dall’inizio dell’anno, vista l’impennata dei rendimenti avvenuta già all’inizio dell’autunno del 2022, che aveva fatto scattare investitori e analisti, inclusa la società di analisi e ricerca Mazziero Research.
Già da allora, la Mazziero Research aveva previsto che, nell’anno corrente, in particolare con i rialzi dei tassi da parte della Bce di Lagarde, le emissioni avrebbero potuto vedere i tassi dei BTP superare il rendimento del 5%.