Tim, la Rete è nelle mani di KKR. Equita: “priorità Governo diventa ora soluzione tema Open Fiber”
La Rete Tim passa ufficialmente nelle mani del consorzio guidato da KKR. Dopo l’aggiornamento dello scorso 24 giugno, la società guidata da Pietro Labriola ha annunciato ieri a mercati chiusi di avere perfezionato la cessione di NetCo a KKR mediante il conferimento in FiberCop (società controllata al 58% da Tim) del ramo d’azienda di Tim che comprende l’infrastruttura di rete fissa e le attività wholesale, e la successiva acquisizione dell’intero capitale di FiberCop da parte di Optics BidCo, società controllata da KKR.
“E’ il primo pezzo di un puzzle della soluzione degli storici problemi di questo paese e un passaggio chiave per riassetto del sistema telecomunicazioni italiano”, ha dichiarato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, commentando il closing di ieri. Il Mef fa parte del gruppo di investitori guidati dal fondo Kkr che controlla la nuova società che deriva dall’incorporazione di Tim in FiberCop (Tesoro con una quota del 16%), anche il fondo F2i guidato da Renato Ravanelli è nella cordata con una quota di circa l’11,2%.
Intanto ion Borsa il titolo Telecom Italia parte in territorio positivo, pur registrando solo un modesto rialzo a quota 0,2262 euro (+0,09%).
Tim: è ufficiale, la Rete passa a KKR
Rispettando la tabella di marcia annunaciata nei mesi scorsi, è stata perfezionata la cessione di NetCo a KKR. E’ arrivato ieri sera il comunicato ufficiale di Tim nel quale si ricorda che la Rete, valorizzata fino a un massimo di 22 miliardi di euro comprensivi di earn-out legati al verificarsi di determinate condizioni, permette a Tim una riduzione dell’indebitamento finanziario in linea con quanto già comunicato al mercato. Con l’operazione di cessione, il deleverage previsto al closing, al lordo degli aggiustamenti usuali per questa tipologia di operazioni, è confermato in 14,2 miliardi di euro.
“Sono altresì confermati gli aggiustamenti e i costi di separazione pari a complessivi 0,4 miliardi di euro, in linea con quanto indicato al mercato nell’addendum al capital market ay lo scorso 11 marzo, determinando un netto effettivo pari a 13,8 miliardi di euro. Si segnala inoltre che la componente di cassa corrispondente agli anticipi PNRR relativi a FiberCop, pari a 0,4 miliardi di euro, è stata deconsolidata nel contesto dell’operazione”, precisa Telecom Italia nella nota diffusa ieri.
A seguito della cessione, i rapporti tra NetCo e Tim sono regolati attraverso un Master Service Agreement (MSA) che ha durata di 15 anni, rinnovabile per ulteriori 15 anni, e i servizi saranno resi a prezzi di mercato e senza impegni minimi di acquisto. L’operazione consente a Tim di adottare un nuovo modello aziendale che permetterà al Gruppo di competere in maniera più efficace sul mercato consumer ed enterprise in Italia, grazie a un maggior focus sulle componenti industriali e commerciali e a una solida struttura finanziaria.
“Il perfezionamento dell’operazione con KKR e Mef è frutto di due anni e mezzo di lavoro, che sono serviti a riallineare la gestione ordinaria di Tim e a individuare quelle soluzioni, industriali e finanziarie, che ci permetteranno di affrontare le prossime sfide che abbiamo davanti”, ha dichiarato Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim, e fautore del piano di vendita della rete del gruppo al fondo americano. “Raggiungiamo un traguardo che è anche un nuovo punto di partenza: lo abbiamo fatto centrando tutti gli obiettivi che avevamo annunciato e rispettando tutte le tempistiche promesse. Intendiamo continuare su questa strada per far crescere la fiducia dei dipendenti, dei clienti e degli azionisti. Primi in Europa, abbiamo scelto di separare l’infrastruttura dai servizi, per garantire lo sviluppo migliore, sostenibile e più rapido possibile. Tim resterà la Telco di riferimento in Italia, rimanendo l’operatore più infrastrutturato e offrendo servizi innovativi, sia sul fisso che sul mobile, a servizio di famiglie, Pubblica amministrazione e imprese”.
A valle dell’operazione, l’organico totale di Tim scende da 37.065 a 17.281 persone, equivalenti a 16.135 full time equivalent.
I conti trimestrali in arrivo il primo agosto
Chiuso il capitolo Rete si guarda al prossimo appuntamento con i conti del secondo trimestre. E in occasione della conference call di presentazione dei risultati preliminari del secondo trimestre che si terrà il prossimo 1 agosto, arriveranno maggiori dettagli sul closing.
Equita: closing NetCo nei tempi
“Completato il closing di NetCo nei tempi e con gli impatti indicati dal management a marzo. Ora sul tavolo del Governo la priorità diventa la soluzione del tema Open Fiber”, si legge nel report odierno di Equita che conferma la valutazione buy e il target price di 0,24 euro su Tim. “Con il closing di ieri giunge a termine un
processo molto complesso che consente al gruppo di riguadagnare flessibilità finanziaria per il rilancio. Sarà importante ora proseguire nell’esecuzione
del piano di rilancio, sia sul fronte organico (crescita di Enterprise e di Tim Brazil, stabilizzazione del business consumer) sia inorganico (chiarimenti
sull’incasso del canone di concessione, potenziale monetizzazione degli asset non core Sparkle e Inwit)”, sottolinea ancora l’analista della sim, secondo il quale l’altro tema critico che diventerà ora prioritario nell’agenda di Governo, riguarda infatti come risolvere il tema della capacità operativa e sostenibilità finanziaria di Open Fiber. “Ricordiamo che a questo tema è legato un earn-out per Tim fino a 2,5 miliardi di euro”, aggiungono da Equita.
Da inizio anno il titolo Tim ha perso circa il 23%, peggior titolo del Ftse Mib nel primo semestre dell’anno. Il consensus degli analisti su Bloomberg indica per il gruppo di tlc il 61,1% di giudizi Buy e il 33,3% Hold, mentre solo 1 analista dice Sell. In media sempre il consensus raccolto da Bloomberg indica Tim un prezzo obiettivo a 0,34 euro con potenziale upside di quasi il 48%.