Tim: earnout rete da KKR più vicini con capex FiberCop e sinergie Open Fiber
Nel finale della scorsa settimana il titolo Telecom Italia ha registrato un’accelerazione, alimentata dal nuovo target price assegnato di Bank of America. La banca d’affari ha evidenziato una possibile ripresa nel mercato domestico e confermato le prospettive positive in Brasile. Inoltre, tra i fattori che potrebbero contribuire ai risultati di breve termine, ha menzionato gli earnout. Ecco un aggiornamento su quest’ultimo tema.
FiberCop e l’aggiornamento del piano industriale
Secondo fonti di stampa (Il Messaggero), FiberCop (la società che controlla la rete primaria e secondaria di Tim), sta aggiornando il proprio piano industriale fino al 2029.
Ricordiamo che a luglio Tim ha annunciato la vendita di FiberCop al fondo americano KKR, dopo aver conferito nell’ex controllata il veicolo NetCo, comprensivo dell’infrastruttura di rete fissa e delle attività di wholesale.
L’accordo si è concluso sulla base di una valutazione iniziale di 18,8 miliardi di euro, ma questa somma potrebbe crescere fino a 22 miliardi grazie a clausole di earnout, che consentirebbero a Tim di ricevere ulteriori pagamenti al raggiungimento di determinate condizioni.
Investimenti FiberCop e sinergie con Open Fiber: ricadute per Tim
Un fattore chiave per il pagamento dell’earnout riguarda la possibile combinazione tra FiberCop e Open Fiber, controllata al 60% da Cdp Equity e al 40% dal fondo Macquarie. La possibile fusione dipende in larga parte dalle sinergie ottenibili, soprattutto nell’ambito dei costi CAPEX.
E notizie positive in tal senso giungono indirettamente proprio da FiberCop. Stando alle voci di mercato, il nuovo piano industriale prevede investimenti totali per 10 miliardi di euro entro il 2029, con una media di circa 2 miliardi di euro all’anno nei prossimi cinque anni.
Secondo gli esperti di Equita, queste dinamiche potrebbero avere effetti positivi per Tim. Un piano di investimenti costante fino al 2029 può infatti migliorare la visibilità sull’earnout potenziale, che attualmente la Sim stima in circa 500 milioni di euro, equivalenti al 20% del limite massimo di 2,5 miliardi di euro.
Tim, Labriola: problema debito alle spalle, ora sviluppo strategico
La cessione di FiberCop ha permesso a Tim di ridurre significativamente il proprio debito finanziario netto. Al lordo degli aggiustamenti legati alla separazione della rete, la posizione finanziaria netta è stata migliorata di 14,2 miliardi di euro.
Considerando costi di aggiustamento e di separazione, pari a circa 0,4 miliardi di euro, la riduzione netta del debito è stata di 13,8 miliardi di euro. Alla fine del primo semestre del 2024, l’indebitamento finanziario netto di TIM ServCo, la nuova entità del gruppo successiva alla cessione di NetCo, si attestava a 8,1 miliardi di euro.
Il corposo taglio del debito è uno degli aspetti chiave sottolineato anche dal Ceo Pietro Labriola, che ha posto l’accento anche sulla struttura competitiva e diversificata di Tim, sia geograficamente che operativamente. “Grazie alla riduzione del debito dopo la cessione della rete, siamo ora in una posizione favorevole per concentrarci sulla crescita e sullo sviluppo strategico.”
Guardando al futuro, Labriola ha confermato che “i risultati della prima metà del 2024 hanno rispecchiato le nostre aspettative, dimostrando un ritorno alla competitività dell’azienda e rafforzando la nostra fiducia nel raggiungimento degli obiettivi per l’anno in corso e per quelli successivi.”