TIM, CDP contro KKR per la rete fissa. Focus sul titolo
TIM grande protagonista di Piazza Affari, dove scatta in vetta all’indice Ftse Mib, confermandosi il titolo migliore.
Si accende ulteriormente l’appeal speculativo sul titolo, dopo la notizia relativa alla presentazione di un’offerta non vincolante sulla rete fissa della società di tlc da parte di CdP.
Il titolo TIM si infiamma subito in Borsa, per rimanere in solido rialzo a metà seduta, riducendo tuttavia i guadagni rispetto a quelli di inizio sessione .
Detto questo, nel commentare le ultime novità relative al dossier della rete TIM, gli analisti di Banca Akros scrivono che il titolo dovrebbe continuare a rimanere sostenuto dai continui rumor relativi ai livelli e alle condizioni delle due offerte, quella di KKR presentata all’inizio di febbraio, e quella di ieri arrivata da CdP-Macquarie, fino alla fine di questo mese. Entrambe le offerte scadranno il prossimo 31 marzo.
Banca Akros sottolinea di avere sul titolo TIM un target price di 0,40 euro, “basato sul valore di NetCo (dopo base after lease) di 17 miliardi di euro”.
Alle 11 circa ora italiana, il titolo TIM rimane il migliore del Ftse Mib di Piazza Affari, attorno a 0,31 euro.
La notizia dell’offerta sulla rete fissa targata CdP-Macquarie è arrivata nella giornata di ieri, al termine della riunione del consiglio di amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti sotto la presidenza di Giovanni Gorno Tempini.
Il Cda di CdP, che si è riunito in seduta straordinaria, ha dato l’ok alla presentazione di un’offerta non vincolante da parte di Cdp Equity, insieme a Macquarie Asset Management, per l’acquisto di NetCo di Tim, che ricomprenderà la rete infrastrutturale e la partecipazione in Sparkle.
Insieme al fondo australiano Macquarie, Cdp Equity ha presentato un’offerta non vincolante per l’acquisto del 100% di Netco.
TIM: arriva offerta CdP-Macquarie: la nota
Tim ha in seguito diramato una nota, precisando che l’offerta è stata presentata, per la precisione, “da un consorzio formato da CdP Equity (CDPE) e Macquarie Infrastructure and Real Assets (Europe) Limited, che agisce per conto di MAM Funds”.
Si tratta di un’offerta non vincolante che ha per oggetto “l’acquisto del 100% della costituenda società coincidente con il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa, inclusivo degli asset e attività di FiberCop, nonché della partecipazione in Sparkle”.
A questo punto, si legge nel comunicato di TIM, “l‘offerta, che scade il 31 marzo 2023, sarà sottoposta all’esame preliminare del Comitato Parti Correlate, ai sensi della normativa applicabile a CdP Equity, quale parte correlata di TIM, e sarà, a seguire, portata all’attenzione del Consiglio di Amministrazione, ove possibile nella riunione già programmata per il 15 marzo 2023 o in un’altra data da definire”.
Offerta CdP davvero migliore di quella KKR?
Fonti stampa parlano di un’offerta, quella dell’asse CdP-Macquarie, migliorativa rispetto a quella che ha come mittente il fondo americano KKR.
Le diverse voci sull’entità della proposta sono stare riassunte da Equita SIM nella sua nota odierna:
“Secondo il Messaggero – riporta la SIM milanese – l’offerta sarebbe di 20 miliardi, con una valutazione più a favore degli asset interamente controllati da TIM (quindi migliorativa per TIM a parità di valore totale), con earn-out meno rigidi e con meno impegni per ServCo (l’articolo cita che l’offerta di KKR prevederebbe un impegno per ServCo di riassorbire personale di NetCo), e con remedies antitrust che vedrebbero la cessione di asset a fondi già individuati”.
“Le altre fonti di stampa (Corriere e Repubblica) parlano invece di un’offerta cash di 18 miliardi, con 8 miliardi di debito allocati a NetCo e 10bn di Equity value e un cash-in per TIM più alto di 2-2.5 miliardi. Questo potrebbe riflettere però il maggior valore dell’equity per la minore allocazione di debito, quindi poco significativo dal punto di vista valutativo”.
Citano queste indiscrezioni anche gli analisti di Banca Akros:
“I termini della nuova offerta non sono stati resi noti, ma la stampa italiana ha lasciato intendere che il miglioramento dovrebbe essere di 1,5-2 miliardi di euro, partendo dal livello dell’offerta di KKR di 20 miliardi di euro”.
“Il Sole 24 Ore ha reiterato questo livello di prezzo, mentre La Repubblica oggi ha menzionato una cifra di appena 18 miliardi di euro, che non migliorerebbe quanto offerto, secondo i rumor, da parte di KKR – si legge ancora nella nota di Banca Akros – Altri elementi dovrebbero includere termini economici migliori nel rapporto tra NetCo e ServiceCo e valutazioni relative diverse riguardo a diversi asset (per esempio, abbassare la valutazione relativa in FiberCop, dove KKR detiene già il 37,5%). L’ultimo elemento potrebbe rappresentare un nuovo ostacolo per la finalizzazione di questa offerta, insieme a quello antitrust e alla posizione di Vivendi”.
Riguardo alle ripercussioni sul titolo TIM, Equita SIM si conferma positiva. Idem Banca Akros, visto l’appeal speculativo, per l’appunto, sostenuto dalle continue indiscrezioni su quanto il fondo Usa KKR e ora l’asse CdP-Macquarie avrebbero messo sul piatto per la conquista della rete fissa di TIM.
Equita SIM scrive che “la notizia (dell’offerta di CdP-Macquarie) è a nostro avviso positiva per TIM, in quanto si concretizza una seconda manifestazione di interesse che consente a TIM maggiore potere negoziale”.
Non manca però anche un attenti:
“Occorre però che si capisca meglio la posizione del governo, e in particolare il livello di coesione politica, rispetto al dossier per valutare il grado di rischio di esecuzione del progetto. Ancora da capire anche gli aspetti valutativi, che ad oggi sono poco chiari e su cui pensiamo che possano emergere ancora aggiornamenti nelle prossime settimane attraverso l’interlocuzione tra le parti”.