Notizie Notizie Italia TIM, battaglia Elliott-Vivendi: Glass Lewis consiglia ad azionisti di votare contro i francesi

TIM, battaglia Elliott-Vivendi: Glass Lewis consiglia ad azionisti di votare contro i francesi

9 Aprile 2018 09:05

TIM ancora sotto i riflettori, dopo le novità emerse nel fine settimana. Un appello a votare a favore dei consiglieri proposti dal fondo attivista Elliott è arrivato dal proxy advisor Glass Lewis. La spiegazione è chiara: 

“Le proposte di Elliott – si legge nel report con cui il proxy advisor si è rivolto agli azionisti di TIM – presentano l’opportunità di sfrattare gli amministratori che servono chiaramente gli interessi di Vivendi, sostituendoli con nuovi candidati indipendenti che offrono una esperienza e una competenza chiaramente pertinenti all’ambito operativo e alla strategia di Telecom Italia”.

“In generale siamo restii a raccomandare la revoca di amministratori in carica, o l’elezione di membri dissidenti, a meno che vi siano evidenti criticità – precisa Glass Lewis –  Ma le informazioni a disposizione del mercato pesano fortemente a favore delle prospettive indicate da Elliott, e questo è dovuto solo marginalmente al fatto che la società non si è degnata di confutarle. L’argomento decisivo, a nostro parere, è l’ampia casistica che indica come Vivendi ha gestito e intende gestire Telecom Italia al servizio dei propri interessi, senza curarsi della vasta maggioranza degli altri investitori istituzionali”.

Il proxy advisor precisa di non essere contrario alla nomina di Amos Genish, amministratore delegato di Tim, ma di non appoggiare la politica di remunerazione proposta e il piano di incentivi in azioni per il periodo 2018-2020, considerando eccessivi i compensi.

Elliott, che detiene una quota in Telecom Italia pari al 5,75%, è entrato a gamba tesa nel capitale di Telecom Italia con l’intenzione di inaugurare una nuova fase nella gestione della compagnia di tlc. Il fondo ha criticato la strategia del gruppo e la performance del titolo, dunque la gestione di Vivendi, e si è presentato, di fatto, come alternativa al potere e al controllo esercitati dai francesi.

Tutto questo, mentre la scorsa settimana è arrivato il colpo di scena di Cdp, che ha confermato i rumor circolati nelle ore precedenti annunciando l’ingresso nel capitale con una partecipazione del 5%. Ingresso che non è stato gradito al Codacons, che ha presentato un esposto alla Consob, alla Corte dei Conti e Procura della Repubblica di Roma, chiedendo di bloccare l’operazione che porterà CDP ad acquistare una quota del 5% di TIM:

“L’annuncio di Cassa Depositi e Prestiti è stato senza dubbio incauto ed ha portato le azioni Tim a schizzare alle stelle con un fortissimo incremento del loro valore in poche ore – ha spiegato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – Ciò rischia di determinare un evidente danno per la collettività, perché al momento dell’ingresso nel capitale dell’azienda, l’ente pubblico pagherà una somma maggiore rispetto a quella che avrebbe pagato in assenza di annunci prematuri ed inopportuni”.

Per Rienzi, inoltre, l’operazione “va bloccata perché potrebbe configurare una forma di insider trading vietata dalle nostre norme e rappresentare un danno erariale a discapito della collettività”.