Tim “sorvegliata speciale” dopo crollo in Borsa post piano. Mercato guarda a voce debito
Tim “sorvegliata speciale” oggi a Piazza Affari dopo la deblacle di ieri, proprio nel giorno in cui il management ha illustrato il nuovo piano industriale al 2026 (quello senza Rete). Un crollo, forse meglio dire un tracollo, di quai il 24% sul Ftse Mib a 0,21 euro. Bruciando qualcosa come 1,3 miliardi di euro.
E il nodo di tutto è stato ancora una volta la questione debito, con i dati contenuti nel nuovo business plan “Free to run” che non ha convinto gli analisti e sembrano non tornare. Insomma, il mercato vuole vederci chiaro sul percorso relativo al debito del gruppo. “Valuteremo la situazione ma anche i volumi anomali”, ha chiarito l’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, nel corso del Capital Market Day (CMD) di ieri a Roma.
Rimbalzo in avvio di scambi per Telecom Italia che apre l’ultima seduta della settimana a 0,2154 euro, segnando un +1,70%.
Le parole di Labriola
Ieri era l’atteso giorno del Capital Market Day 2024 di Tim e alla fine si è trasformato nella giornata del tracollo in Borsa, con il titolo che ha chiuso gli scambi con una flessione del 23,8%. E del tracollo sul Ftse Mib, si è disucsso anche nel corso della presentazione con l’a.d. Pietro Labriola che ha dichiarato: “Credo che le valutazioni debbano fatte a sangue freddo certo noi dovremo approfodire alcune tematiche relative ad alcuni numeri“.
“Dal punto di vista pratico abbiamo però un’azienda che avrà un livello di leverage di 1,6 volte nel 2026 – un dato migliore rispetto agli altri peer – e che torna a generare cassa nel 2025”, ha aggiunto il ceo della big italiana delle telc.
Già prima dell’avvio dell’avvio del CMD, gli analisti di Equita avevano già manifestato qualche perplessità sulla questione debito. “Nel complesso, i messaggi sull’Ebitda aL domestico sono forti e front-loaded, mentre sarà da capire meglio il deleverage”, scriveva la sim ieri.
Il nuovo piano “Free to run”: ecco i nuovi target
“Free to run” (liberi di correre). Si chiama così il nuovo piano industriale 2024-2026 di Tim, il primo senza la Rete. Il nuovo piano approvato ieri dal consiglio di amministrazione, che punta a una crescita dell’Ebitda dell’8% e a un’ulteriore riduzione del debito, verrà illustrato oggi dal management guidato da Pietro Labriola nel corso del Capital Market Day (CMD).
“La vendita della rete fissa permetterà a Tim di muoversi sul mercato con minori vincoli finanziari e regolatori e con un focus maggiore sulle componenti industriali”, si legge in una nota della società.
Sotto la lente del mercato non solo il nuovo piano, con i nuovi target finanziari, ma anche le novità in tema di rinnovo del consiglio di amministrazione che sarà più snello (solo 9 componenti). E’ stata, infatti, presentata la lista del management che vede la candidatura alla presidenza di Alberta Figari al posto di Salavatore Rossi che ha deciso di non ricandidarsi in vista dell’assemblea di aprile.
Il nuovo piano, che segue il percorso di trasformazione avviato nel precedente biennio, individua le linee di sviluppo per Tim nel 2024-2026. E in particolare, tra i target finanziari sulla base del nuovo perimetro (dati organici, inclusa Sparkle) il gruppo prevede ricavi in crescita del 3% medio annuo nell’arco di piano (CAGR 2023-2026) da 14,4 miliardi pro-forma nel 2023; con una crescita attesa anche delle attività domestiche (per Tim domestic ricavi visiti in crescita del 2% medio annuo nel triennio da 10 miliardi di euro pro-forma nel 2023). Per il solo 2024 la crescita del fatturato è prevista del 3-4% e del 2-3% a livello domestico.
A livello di redditività, mediamente è atteso un aumento annuo dell’Ebitda organico After Lease dell’8% medio nell’arco di piano (Cagr 2023-2026) da 3,5 miliardi pro-forma del 2023. Per Tim Domestic Ebitda organico after lease in rialzo del 9-10% medio annuo nel triennio da 1,9 miliardi di euro pro-forma del 2023. Per il 2024 la redditività è vista salire dell’8-9% e del 9-10% per Tim domestic.
Si stima poi una riduzione dell’indebitamento di gruppo, con un rapporto debito/Ebitda after lease visto in calo a 1,6-1,74 volte rispetto a 3,8 volte dei pro-forma al 2023.
“Nel complesso, i messaggi sull’Ebitda aL domestico sono forti e front-loaded, mentre sarà da capire meglio il deleverage. Ieri il cda ha anche approvato i risultati completi 2023, che non hanno portato molti elementi sensibili addizionali”, commentano gli analisti di Equita che poi si soffermano sui conti 2023. “Il risultato netto è stato negativo per 1,4 miliardi di euro a livello consolidato (dopo 670 milioni di costi non ricorrenti), e per -995 milioni a livello di SpA, con riserva sovrapprezzo azioni ridotta a 575 milioni”, segnalano ancora gli esperti che mantengono la raccomandazione buy su Tim.
La lista del cda
Come promesso per Tim si va verso un cda più snello. Ieri il board ha deliberato – con l’astensione di tre consiglieri – di presentare una lista di 15 candidati (numero corrispondente all’attuale dimensione dell’organo, ma che dovrebbe calare a 9). Nella lista il primo nome è quello dell’avvocato Alberta Figari, indicato per la presidenza di Tim al posto di Salvatore Rossi. Il secondo nome è quello dell’attuale ceo Pietro Labriola che va verso la riconferma (carica che che ricopre dal 21 gennaio 2022). Terzo nome in lista quello di Giovanni Gorno Tempini, che è consigliere dal 31 marzo 2021 ed attualmente il presidente di CDP (CDP ha una quota di circa il 10% in Tim).
La lista prosegue con Paola Camagni e Federico Ferro Luzzi (entrambi consiglieri dal 31 marzo 2021), poi tra i nuovi candidati spiccano i nomi di Domitilla Benigni (presidente di CY4Gate e Ceo di ELT Group, esperta nella cybersecurity), Jeffrey Hedberg, e Paola Tagliavini ma anche Maurizio Carli (consigliere dal 31 marzo 2021). Nelle ultime cinque posizioni ci cono solo nuovi candidati: Romina Guglielmetti, Leone Pattofatto, Antonella Lillo, Andrea Mascetti, Enrico Pazzali e infine Luca Rossi.
“Si tratta di una rosa di candidati composta da 6 donne e 9 uomini, per un totale di 13 indipendenti, selezionata in modo tale da garantire, da un lato, un certo grado di continuità che consenta di valorizzare al meglio le attività e le operazioni straordinarie avviate dal Consiglio uscente e, dall’altro, di assicurare l’inserimento di candidature esterne di elevato profilo, portatrici di esperienze diversificate, che possano contribuire allo sviluppo futuro della società”, precisa Tim in una nota.