Tesoro accelera su privatizzazioni, lettera a CdP per cessione quote Eni ed Enav
Il Tesoro accelera sul piano di cessione delle quote che detiene in Eni e in Enav e contatta la Cassa depositi e prestiti con una lettera.
Obiettivo della missiva è quello di formalizzare, stando a quanto riporta oggi il Sole 24 Ore, la cessione delle partecipazioni, che va inquadrata nell’ambito del piano di privatizzazioni che, in base al Def 2017, punta a liberare risorse per 3,5 miliardi di euro. Stando ai valori attuali, le vendite del 50,37% in Enav e del 3,3% in Eni permetterebbero al Mef di raccogliere 2,8 miliardi.
Nelle mani dello Stato rimarrebbero, dopo la transazione, una quota dell’1% in Eni e del 3% in Enav. Quote che il Tesoro avrebbe intenzione di mantenere, per garantire la sua presenza in aziende che considera strategiche.
Il piano di cessione delle quote sarebbe funzionale alla riduzione del debito pubblico, spina nel fianco dell’economia italiana, in quanto la Cassa depositi e prestiti, pur se sotto controllo pubblico, non fa parte dell’area della PA e non incide nel conteggio del debito pubblico.
A questo punto, cruciale sarà la riunione del cda di Cassa depositi e prestiti attesa per il prossimo 22 novembre: l’acquisto delle quote di Eni e di Enav sarà valutato dagli azionisti privati dell’ente, che sono fondazioni bancarie.
A tal proposito sempre Il Sole fa notare che nei giorni scorsi, in occasione della Giornata del risparmio, Giuseppe Guzzetti, numero uno dell’Acri, si era dichiarato favorevole all’acquisizione di partecipazioni di aziende in utile e che distribuiscono i dividendi come l’Enav da parte della Cassa depositi e prestiti.