Terna: nel nuovo piano al 2024 mette sul piatto oltre 7 mld per la transizione energetica
Oltre 7 miliardi di euro di investimenti per la rete elettrica italiana per abilitare la transizione energetica. È quanto si legge nel nuovo piano strategico 2020-2024 approvato oggi dal consiglio di amministrazione di Terna. Si tratta, spiega la società in una nota, di un impegno economico in ulteriore crescita rispetto al precedente piano (+20%) per far fronte alle necessità del sistema elettrico italiano. Come ha rimarcato l’a.d. Luigi Ferraris “con il piano proseguirà il nostro sforzo per lo sviluppo della rete elettrica nazionale. Un impegno da 7,3 miliardi di euro che rappresenta un record di investimenti in linea con il Green New Deal e con la strategia nazionale per la decarbonizzazione e che si concretizza in ricadute importanti per lo sviluppo del territorio e nella generazione di ulteriore valore per i nostri azionisti”.
Nel dettaglio, oltre 4 miliardi di investimenti per lo sviluppo della rete elettrica nazionale, saranno finalizzati a rafforzare le connessioni tra le zone di mercato, razionalizzare le reti nelle principali aree metropolitane del Paese e incrementare le interconnessioni. Più di 2 miliardi verranno invece indirizzati ad attività di rinnovo ed efficienza, principalmente per il miglioramento della qualità del servizio, per la digitalizzazione e lo sviluppo di soluzioni sostenibili della rete elettrica, e infine circa 1 miliardo verrà destinato al piano di Difesa, principalmente per l’installazione di dispositivi per accrescere la sicurezza, l’adeguatezza, la resilienza e la stabilità della rete, quali ad esempio i compensatori sincroni nei punti più critici per la gestione dei flussi di energia.
Cosa si attende Terna in termini finanziari?
In termini di risultati finanziari il nuovo piano di Terna prevede ricavi di gruppo a 2,94 miliardi di euro ed un Ebitda a 2,17 miliardi nel 2024, con una crescita media annua (cagr) nell’arco di piano rispettivamente del 5% per i ricavi e di oltre il 4% per l’Ebitda. In miglioramento anche l’utile netto di Gruppo che porterà ad un utile per azione (Eps) di 48 centesimi di euro nel 2024, pari a una crescita media annua nell’arco di piano del 5%. Anche per effetto dell’ottimizzazione dell’efficienza finanziaria, nel piano al 2024 il costo del debito netto è atteso mediamente all’1,4%. Con questi risultati, si legge nella nota, verrà garantito un cash flow operativo che contribuirà alla flessibilità necessaria per realizzare gli investimenti previsti, sostenendo al contempo un’attrattiva politica dei dividendi.
Per quanto riguarda la politica dei dividendi il piano prevede dal 2020 al 2022 si prevede un cagr del dividendo per azione pari all’8%, rispetto al dividendo di competenza dell’esercizio 2019. Per gli anni 2023 e 2024 si prevede un payout del 75%, con un dividendo minimo comunque garantito pari al dividendo di competenza dell’esercizio 2022.
I numeri 2019, tutti in crescita
Terna ha annunciato di avere chiuso il 2019 con conti in crescita. In particolare, l’utile netto del gruppo è salito a 757,3 milioni di euro (+7,2%), mentre i ricavi, pari a 2.295,1 milioni di euro, hanno mostrato un incremento di 98,1 milioni (+4,5%) rispetto al dato dell’esercizio precedente. In crescita anche l’Ebitda (Margine operativo lordo) e l’Ebit (Risultato operativo) che si sono attestati rispettivamente a 1.741,2 milioni (+5,5%) e a 1.155,1 milioni (+5,3%). Gli investimenti di Gruppo del 2019 sono aumentati del 15,9% a 1.264,1 milioni rispetto ai 1.091,1 milioni dell’esercizio 2018. Il dividendo proposto per il 2019 è pari a 24,95 centesimi di euro per azione (di cui 8,42 centesimi già pagati quale acconto e 16,53 centesimi quale saldo a giugno 2020).
Per quanto riguarda l’outlook 2020, i ricavi di Gruppo sono previsti a 2,49 miliardi, con un Ebitda di 1,79 miliardi. Conseguentemente si prevede un utile per azione (EPS) di 38 centesimi di euro. Gli investimenti sono previsti a 1,3 miliardi, al lordo delle quote finanziate.
A Piazza Affari Terna si muove in territorio positivo, mostrando un guadagno di circa l’1,5% a 5,66 euro, sovraperformando l’indice FTSE Mib che ora lascia sul terreno circa lo 0,3 per cento.