Tensione sui BTP e su banche italiane dopo annuncio Ue su procedura infrazione. E Fmi teme ulteriore rialzo tassi
Lo spread BTP-Bund torna a salire, anche se nel finale retrocede dai massimi intraday testati sopra i 280 punti base. La pressione sulla carta italiana, tuttavia, rimane, dopo la pubblicazione del Rapporto sul debito da parte della Commissione europea.
Dal documento, è emerso infatti che Bruxelles ha deciso di raccomandare al Consiglio europeo l’avvio di una procedura di infrazione per debito eccessivo nei confronti dell’Italia. Una decisione in parte scontata dai mercati, ma non del tutto, evidentemente, visto che immediato è stato il sell off sugli asset del made in Italy.
“L’Italia – si legge nel Rapporto sul debito della Commissione europea -non ha “rispettato la regola del debito nel 2018, nel 2019, e non lo farà neanche nel 2020″, motivo per cui la “procedura per debito eccessivo è giustificata”.
Le banche hanno fatto così dietrofront a Piazza Affari: UniCredit ha ceduto fino a quasi -4%, confermandosi il titolo peggiore del Ftse Mib; male anche Banco BPM e Bper, in calo di oltre -2%.
Tra l’altro, a rendere le condizioni in cui versa l’Italia ancora più preoccupanti, sono le indiscrezioni riportate da Reuters su un rapporto del Fondo Monetario Internazionale, che avrebbe individuato nel debito italiano un fattore di rischio tra i principali per l’Eurozona, insieme a quelli costituiti dalla Hard Brexit e dalla guerra commerciale.
In un documento pubblicato in vista della riunione del G20 dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali – che si terrà in Giappone il prossimo fine settimana – lo stesso Fondo ha poi lanciato un alert sul rischio che i rendimenti dei BTP possano continuare a salire. Tornando alla procedura di infrazione da segnalare che dal rapporto sul debito della Commissione europea è emerso che l’Italia ha sforato di 7,5 punti percentuali il debito-Pil del 2018 previsto. Non solo.
L’outlook è di una deviazione ancora più significativa: Bruxelles stima infatti uno sforamento di 9 punti percentuali sul rapporto debito-Pil 2019 e di 9,5 punti sul 2020. Insomma, gli sforamenti, allo stato attuale delle cose, sono destinati anche a peggiorare.